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Si è concluso sabato a Milano Inbound Strategies, la due giorni di formazione dedicata all’Inbound Marketing, con un ricco parterre di relatori, un taglio tecnico e una folta platea. Noi di Leevia eravamo come sempre in prima linea e dobbiamo dire che si è trattato di un evento davvero diverso dal solito.

Anzitutto, rispetto a molti altri eventi di questo tipo, abbiamo apprezzato il taglio tecnico e verticale degli interventi, tutti della durata di un’ora circa, che hanno offerto formazione vera, aggiornamento e approfondimenti.

Insomma, niente auto-markette ma piuttosto tanti spunti di riflessione utili, anche per chi macina già chilometri sulle autostrade del digitale.

A fare da mattatore durante queste due giornate l’ormai prezzemolino Salvatore Russo; sul palco un vero concentrato di Guru del settore, quasi tutto il web-che-conta, almeno quello italiano, compresa la guest star Salvatore Aranzulla.

Il padre spirituale dei blogger italiani (e di tutti quelli che non sanno come resettare Windows) ci ha spiegato come è arrivato ad avere un sito che vale ormai diversi milioni di euro partendo dalla sua cameretta, quando non era neanche adolescente.

Una di quelle storie che ti portano ad ammirare il personaggio e, diciamocelo, a provare un po’ di sana invidia!

Cosa abbiamo imparato da questi due giorni di Inbound Strategies?

Beh, un sacco di cose. Sulla SEO, sulla creazione di contenuti, sui Social e sulle strategie operative di Inbound Marketing.

La prima giornata, dedicata più nello specifico alla SEO, ha visto gli interventi di Ivan Cutolo, sulla SEO per e-commerce, Ivano Di Biasi, che ci ha parlato della semantica e di come sfruttare al meglio i dati strutturati e schema.org, Riccardo Mares ha spiegato come selezionare le giuste KW con cui posizionarsi e Simone Righini ci ha offerto una panoramica completa ed esaustiva sui fattori di posizionamento, spiegando il suo personale (e utile) metodo per capire come battere la concorrenza nelle SERP.

Il secondo giorno, all’insegna del content e dei social, è stato invece di Flavia Imperatore, che ha illustrato la case history di misya.info, Valentina Falcinelli, con un interessante Speach sul Tone of Voice, Andrea Saletti che ci ha parlato di neuromarketing e poi Valentina Vellucci, Matteo Pogliani, Marco Maltraversi e Valentina Tanzillo.

Le cose che ci sono rimaste impresse di questi due intensi giorni, naturalmente, sono tante, ma ne elenchiamo tre:

Attrarre, convertire, chiudere, fidelizzare

L’inbound marketing, ma più in generale qualsiasi strategia funzionale di Digital Marketing, deve far seguire all’utente questo processo, sviluppato attraverso gli strumenti più adatti al target dell’azienda. Bisogna quindi partire dalla strategia e non dagli strumenti, che ne sono una conseguenza. Banale, direte voi. Ma siete sicuri che sia così semplice?

I venditori non sono superati

Soprattutto se parliamo di aziende B2B, il venditore non è affatto una figura destinata a scomparire. L’Inbound non serve infatti a sostituirlo, ma piuttosto a rendergli la vita più semplice, procurandogli dei lead più caldi e meglio predisposti all’acquisto.

L’Inbound non è per tutti

Le strategie inbound sono particolarmente adatte ai prodotti che non prevedono un acquisto impulsivo, ma ragionato. Impianti, macchinari, software molto costosi, insomma tutti quei prodotti il cui acquisto necessita di molte informazioni.

Aspettiamo l’edizione del 2018?

Lo abbiamo chiesto ad Annette Palmieri, una delle organizzatrici:

“Il post evento è sempre il momento del riposo, ma noi siamo già attivi per l’Inbound Strategies 2018. Quello che mi ha colpita di più è il fatto che si sta ponendo l’accento sui contenuti degli speech piuttosto che sul contorno dell’evento”.

“Organizzare un evento che sia davvero di qualità non è mai semplice – continua Annette – ma abbiamo scelto di puntare sui massimi esperti del digitale in Italia proprio per alzare il livello dei contenuti proposti. Per me è stata un’esperienza bellissima e spero che il nostro entusiasmo sia arrivato a tutti i partecipanti”.


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