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Buon lunedì e bentrovati con il recap settimanale delle notizie più importanti riguardanti Social Media Marketing e Digital Marketing. Oggi ci occuperemo di acquisizioni che forse andranno in porto e di alcune novità, soprattutto per gli addetti ai lavori, da Facebook e Google.

Twitter è in vendita

Che il social network cinguettante avesse dei problemi lo sapevamo da tempo, che fosse alla ricerca di partner per poter sviluppare il proprio business anche, ma che le trattative con diverse società fossero effettivamente passate ad una fase più decisa è notizia della settimana scorsa. Pare infatti che la proprietà potrebbe cambiare  già entro il 2016.

Chi sono i pretendenti? I nomi che circolano più insistentemente sono tre: Google, SalesForce e Disney. Tutti e tre lo vogliono per un motivo diverso, il che è un indicatore anche della grande confusione sul business model che Twitter non è riuscito ad implementare. Google punta a risalire sul treno dei social network lanciandosi da una solida fan base, Salesforce vorrebbe integrare un social network all’interno delle proprie strategie di vendita cloud (e già aveva tentato di comprare LinkedIn), Disney, ed è forse il contendente più interessante, punta invece a fare di Twitter quella media company che già ora aspira ad essere, integrando la piattaforma alle proprie offerte televisive e di produzione di contenuti. La scelta del compratore indicherà anche la strada che Twitter intraprenderà per il proprio futuro.

Nel frattempo però il Social Network non sta fermo e ha rilasciato (finalmente) l’atteso aggiornamento per cui immagini, quote, sondaggi, gif e video non sono più compresi nel limite dei 140 caratteri.

Facebook at Work si aprirà a tutti

Notizie insistenti danno per certo l’imminente rilascio ufficiale di Facebook at Work, una versione del classico Facebook pensata per essere gestito come una social network all’interno della propria azienda e finora proposto in versione beta solo ad alcune grandi aziende. Si avrà quindi un profilo aziendale con il quale relazionarsi con i colleghi, scambiarsi chat in Messenger, assistere a Live Video ed essere quindi aggiornati sulla vita della propria azienda, riuscendo anche a separare i colleghi e la vita lavorativa con la propria vita privata (e sentendosi così anche più liberi con il proprio profilo privato).

La feature va direttamente a contrastare Slack,  che è diventato in breve tempo il punto di riferimento per la produttività “social” delle aziende, ma il servizio di Facebook si avvantaggerà del fatto di poter registrare il proprio profilo aziendale partendo proprio da quello privato, senza la necessità quindi di iscriversi da zero ad un nuovo servizio.

Google cambia nome…

…alla propria suite di prodotti per l’ufficio!

Tutta la suite di “Apps for Work” diventa ora “G Suite”, eliminando finalmente la confusione del vago termine “Google Apps”. “G Suite” si riferirà invece chiaramente a tutti i servizi che il colosso di Redmond fornisce a pagamento alle aziende e include quindi le versioni inter-aziendali delle app Gmail, Docs, Drive, Calendar, Hangout.

Inoltre, nuove funzionalità sono state aggiunte, come un Drive condiviso inter-aziendale, che elimina la confusione dei documenti condivisi ad uno ad uno, e delle funzionalità a livello di intelligenza artificiale per automatizzare gli orari e i luoghi per i meeting oppure per trovare più facilmente i documenti su cui si vuole lavorare. Tutta la “G Suite” è ora tra l’altro incorporata all’interno di “Google Cloud”, che comprende in modo più generico tutti i servizi cloud, a pagamento o free, offerte da Google.

Adwords aggiunge il cross device remarketing

Adwords ha implementato la possibilità di “seguire” il target prefissato anche quando questo si “sposta” su mobile. Il cross-device remarketing per Google Display Network e DoubleClick Bid Manage permette infatti ora di raggiungere lo stesso target anche quando si muove su diversi dispositivi, potendo anche decidere quante volte potrà vederlo, onde evitare una sovraesposizione.

Come rendere il tuo sito AMP? Google risponde

Ovvero come poter utilizzare al meglio gli articoli per il mobile che Google si immagazzina automaticamente?

8 consigli direttamente dalla fonte:

  1. Se usate un comune CMS vi basta trovare il plugin giusto (per esempio: qui il modulo AMP per Drupal e qui il plugin per WordPress);
  2. AMP funziona molto bene con pagine statiche o con molto testo (come blog, ecc.) mentre non è adatto a pagine con contenuti dinamici che si aggiornano di continuo;
  3. Non dovete mettere in AMP tutto il sito, ma solo alcune pagine che possono fare da tramite per essere più facilmente trovati;
  4. Il progetto è in continua evoluzione ed open source, quindi prestate attenzione;
  5. Perchè le pagine AMP siano indicizzate nelle “Top Stories” è necessario del lavoro aggiuntivo, guardatevi gli “Article markup“;
  6. Avere pagine in AMP non cambierà il vostro ranking Google, se è quello che sperate di ottenere;
  7. La ricerca con l’evidenza degli AMP si sta espandendo globalmente, quindi fate in fretta;
  8. Problemi? Chiedete

Trovate più informazioni su questi 8 punti alla pagina ufficiale del blog Google.

Gli articoli da non perdere

Come sempre vi segnaliamo anche alcuni articoli pubblicati nei diversi blog di settore (in italiano e in inglese), che secondo noi dovreste proprio leggere:

Anche per questa settimana è tutto! Buon lunedì!


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