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Come sta cambiando il mondo digitale e il tracciamento dei dati degli utenti

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Cookie, cookie ovunque! Ad oggi, quasi tutti i siti web hanno adottato una strategia di tracciamento dei dati personali degli utenti e questo è il motivo per il quale, nel momento in cui si comincia a navigare, appare sempre un pop-up con i cookie da accettare.

Ma hai mai sentito parlare di zero-party data? Se la risposta è no continua a leggere per entrare in un mondo dove i cookie saranno un lontano ricordo.

Google ha annunciato che metterà fine all’uso di cookie di terze parti entro la fine del 2023, aggiungendosi così alla lista di browser che hanno rinunciato al tracciamento dei dati degli utenti.

Questo però non significa mettere la parola fine al mondo della profilazione online, poiché entrano in gioco gli zero-party data: una soluzione più consigliata nel panorama online cookieless (senza cookie).

Questi dati, condivisi intenzionalmente dal cliente e in modo proattivo con l’azienda, sono ancora più importanti rispetto agli attuali cookie, in quanto apriranno le porte al permission marketing e consentiranno ai business di creare strategie di comunicazione ancora più verticali e personalizzate rispetto ad oggi.

First-party data e third-party data: cosa sono e differenze

Prima di addentrarci nel mondo del marketing senza cookie, analizziamo la situazione attuale.

Un cookie è un piccolo pezzo di codice che viene memorizzato all’interno del browser di un utente quando visita un sito web. Di fatto, tiene traccia dei movimenti dell’utente, raccogliendo i suoi dati di pagina in pagina.

Esistono due principali tipologie di cookie: i first-party data, che raccolgono dati accessibili solo sul sito web visitato dall’utente, e i cookie di terze parti, ovvero i dati condivisi tra domini web e che consentono agli inserzionisti sui social media e motori di ricerca di mostrare un annuncio all’utente sulla base delle pagine web visitate di recente.

Quando sono stati inventati i cookie?

Queste “bricioline”, che tanto fanno parlare di loro, sono state inventate nel 1994 da Lou Montulli quando cercava di aiutare i siti Web ad ottenere visibilità su chi li visitava.

I cookie di per sé non hanno mai rappresentato alcun tipo di minaccia, ma il loro utilizzo è diventato oggi sempre più problematico. In particolar modo, sotto la lente di ingrandimento troviamo i cookie di terze parti. Poiché i consumatori sono più consapevoli relativamente alla propria privacy online, oggi sono più preoccupati di come i loro dati vengono condivisi.

Google e altri importanti big player nel settore hanno lavorato in collaborazione con le autorità di regolamentazione per fornire tecnologie web in grado di trovare un delicato equilibrio atto a garantire la privacy dell’utente senza compromettere i modelli di business delle molte aziende che si affidano ai cookie di terze parti per generare profitto.

L’obiettivo finale è quello di offrire ai consumatori una maggior trasparenza e controllo su come vengono utilizzati i loro dati.

Ed ecco che entrano in gioco gli zero-party data

Considerati da molti come una delle soluzioni di raccolta dati più promettenti in un mondo senza cookie, gli zero-party data sono la via da seguire per il futuro.

La differenza fondamentale è che questi dati verranno esplicitamente richiesti all’utente tramite form online, che possono essere anche proposti in forma di contest per invogliare l’utente al consenso, mentre i cookie di terze parti sono informazioni facoltative che l’utente può scegliere di fornire sperando di migliorare la propria esperienza.

I vantaggi degli zero-party data

Compreso cosa sono gli zero-party data e la loro importanza in un futuro senza cookie, ecco di seguito i vantaggi:

  • i dati raccolti sono qualitativi e accurati, poiché provenienti direttamente dall’utente,
  • i dati condivisi dal cliente sono rilevanti e possono indicare alle aziende come gli utenti vogliono interagire,
  • gli zero-party data sono molto convenienti perché spesso già presenti all’interno della brand strategy. Devono solo essere sfruttati e utilizzati correttamente,
  • non sarà più necessario preoccuparsi della conformità alla normativa sulla protezione dei dati personali, poiché la fonte e le modalità di raccolta sono sicure.

Avere una strategia di raccolta zero-party data ben strutturata aiuterà i brand ad interagire in modo più significativo con il loro pubblico, senza però risultare invadenti.

I clienti che desiderano partecipare a un’esperienza personalizzata avranno l’opportunità di condividere i propri dati, in uno scambio trasparente e apprezzato da entrambe le parti.

Come implementare una strategia di zero-party data

La necessità di disporre di strategie ben studiate avrà un impatto non indifferente sui brand.

Un esempio di raccolta dati zero-party potrebbe essere l’utilizzo di formati interattivi come quiz o sondaggi, ma anche di programmi di fedeltà o contest online.

Utilizzando il principio di gamification, e offrendo un premio in palio, gli utenti si sentiranno maggiormente motivati a condividere i propri dati con il brand, soprattutto quando ben profilati. Questo porta anche ad ulteriori vantaggi come il miglioramento della propria lead generation strategy, della brand awareness e così via dicendo.

Come Accademia del Profumo ha acquisito zero-party data per le sue strategie di marketing e fidelizzazione

Il perno quindi è porre domande agli utenti e muoversi in base alle risposte da loro fornite. Può apparire noioso per gli utenti ma anche per le aziende che si trovano a dover raccogliere una grande quantità di dati senza fornire all’utente una vera ragione per farlo.

Accademia del Profumo ha pensato di coinvolgere i propri utenti rendendoli i protagonisti della votazione annuale per decidere il profumo dell’anno. Oltre a tutti i vantaggi psicologici (dar voce ai propri utenti, farli sentire parte di una community, ecc) è stato un ottimo modo per chiedere direttamente a nuovi e vecchi utenti quali sono le loro preferenze in fatto di fragranze maschili e femminili.

case study accademia del profumo instant poll statistiche

Attraverso la meccanica dell’Instant Poll, l’azienda ha avuto a disposizione due modi di profilare gli utenti e ottenere dati in linea con il suo CRM:

  • il form di registrazione;
  • le risposte del sondaggio.

Nel giro dei due mesi, periodo in cui era live il contest, sono stati raccolti e profilati più di 22000 utenti.

Puoi trovare il racconto completo del case study qui.

In un mondo senza cookie, grazie all’utilizzo di una piattaforma come quella messa a disposizione da Leevia, potrai raccogliere i dati personali dei tuoi utenti senza alcuna difficoltà.

Sondaggi, quiz, contest online e molto altro per profilare la tua community e creare così comunicazioni e messaggi su misura per loro… Anche senza cookie!


Vuoi saperne di più su come raccogliere zero-party data attraverso i concorsi a premio?

Riassunto
Zero-party data: cosa sono e come ottenerli in un mondo cookieless
Titolo Articolo
Zero-party data: cosa sono e come ottenerli in un mondo cookieless
Descrizione
Hai mai sentito parlare di zero-party data? Ecco cosa sono e come rivoluzioneranno il futuro della raccolta dei dati personali degli utenti.
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Leevia
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