Come creare una pagina Facebook di successo?
La bacchetta magica non esiste, né esiste una formula universalmente riconosciuta che, se seguita, permette di avere un pubblico numeroso ed affezionato sui Social, tuttavia attraverso l’analisi di casi di successo possiamo identificare alcuni dei trend e dei “trucchi” che possono essere utili per fare in modo che la nostra pagina abbia un alto tasso di engagement e un’alta visibilità.
Abbiamo già visto con l’analisi di “Leggere i post di Salvini per sentirsi una persona migliore” che una pagina Facebook può far leva sul concetto di alterità, dando l’opportunità di sentirsi persone migliori semplicemente sbeffeggiando “l’altro” (l’altro in senso politico, culturale, etc…). Vediamo oggi un esempio di pagina di successo che esaspera questo aspetto, raffigurando in prima persona non solo il concetto di “altro”, ma andando a farlo in modo così totalizzante che la caricatura è stata evidente solo una volta smascherata.
Martina Dell’Ombra de Broggi de Sassi: la pariolina che “scese in campo”
È del 2014 l’inizio dell’attività politica di Martina Dell’Ombra, con un video su Youtube la ragazza della “Roma bene” inizia a raccontare all’Italia i suoi pensieri e ad esternalizzare riflessioni su come risolvere i problemi legati all’immigrazione, alla povertà e alla sicurezza.
Insieme al primo video su Youtube parte contemporaneamente anche la pagina su Facebook ed il profilo Twitter. Martina Dell’Ombra nasce e subito si pone come stereotipo di un modo di pensare legato ad una “classe generazionale” che ha come basi l’essere giovani, benestanti, con pochi problemi propri ma molte soluzioni ai problemi degli altri, inteso come “altro” tutto ciò che è diverso da sè stessi, quindi di altre classi sociali, di altro orientamento sessuale, di altra nazionalità, di altra cultura.
Il successo del personaggio – come e perché
Il personaggio di Martina dell’Ombra vive e si afferma nell’ambiguità dell’essere vero o solo una finzione. Nel dubbio generale diventa virale, viene tanto amato quanto odiato, tanto deriso, sbeffeggiato ed insultato quanto innalzato a nuova icona pop, simbolo per alcuni di una generazione senza più valori, se non quello del denaro e della posizione sociale.
I numeri sono impressionanti: 180.000 like ad oggi, 8.000 citazioni della pagina a settimana, post con engagement elevatissimo:
Il dubbio sulla reale esistenza del personaggio viene eliminato solo un anno dopo la sua comparsa, ad ottobre 2015, Martina viene “smascherata”: è in realtà Federica, attrice, non romana ma messinese.
Fine del gioco e del personaggio?
Niente affatto. La satira diventa a questo punto aperta, in un gioco che punta a far emergere l’anima più “ignorante” della rete, incapace di cogliere i riferimenti ironici all’interno dei “videini” e dei post del personaggio. Esemplare a questo proposito il post attualmente in evidenza, dedicato alla notizia della morte per “leucemia” di Stefano Cucchi.
Troppo facile capire il contenuto satirico? Non per molti utenti, che commentano anche con frasi molto aggressive nei confronti di Martina
Martina, al di là di essere personaggio vero o finto, ha ormai polarizzato la propria fanbase: chi la “ama” perché capisce il gioco, chi la “odia” perché rappresenta una parte politica diversa da sé. I commenti, i fan sono profondamente divisi in queste due categorie, ma come può un personaggio che attira tanto odio essere utile e “di successo”?
Cosa possiamo imparare da Martina?
La prima cosa che individuiamo come elemento che possiamo estrapolare per applicarlo in altri ambiti è senz’altro che la coerenza del proprio “Tone of Voice” paga sempre, sia essa una pagina satira o di un brand, o come in questo caso una pagina satirica che diventa brand o satira del personal branding stesso. Il personaggio infatti è talmente ben definito, con modi di dire propri (“kissini”), proprie frasi fatte, propri atteggiamenti, che vive al di fuori dell’attrice che lo impersona, diventando “marchio” e “immagine”.
La seconda cosa è che lavorare sulla polarizzazione e la segmentazione del proprio target può essere un’arma vincente, a patto di essere coscienti di quello che si sta facendo. Polarizzare la propria posizione e attirare gli “haters” significa dover poi gestire la mole di commenti negativi, rispondere adeguatamente, prenderli in giro. In ogni caso sfruttarli per accrescere la propria immagine e la propria posizione. È una tecnica tipica della comunicazione politica (e non per nulla Martina si dichiara personaggio politico) ed è quindi una comunicazione molto simile a quella portata “in scena” da personaggi politici veri (chiari esempi: Gasparri su Twitter e Salvini su Facebook).
È una comunicazione che può essere presa ad esempio per un brand?
Sì. Ma il marchio deve avere una connotazione molto forte per riuscire a “reggere” il peso di una comunicazione aggressiva. Pensiamo però alla comunicazione di marchi di abbigliamento come Diesel o Benetton negli anni novanta. Una comunicazione polarizzante, che però ha portato a ottimi risultati per il brand.
Siete d’accordo con la nostra analisi? Cosa ne pensate della pagina di Martina dell’Ombra?
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(foto di copertina dalla pagina Facebook di Martina Dell’Ombra)