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Chi non vorrebbe collaborare con grandi aziende che offrono (all’apparenza) solidità d’impegno, budget per fare adv di successo e garanzie sui pagamenti? Molti consulenti e freelancer si pongono come obiettivo di scalare fino a collaborazioni con grandi nomi ma in Italia il numero di aziende con un alto numero di fatturato e personale sono davvero poche rispetto alle PMI.

Le piccole e le medie imprese sono il cuore pulsante dell’economia italiana, generando il 12% del Pil come dati da Salesforce nel loro identikit. Nell’ultimo anno molte di esse hanno rivalutato il loro rapporto con il marketing e con i social affidandosi a dei consulenti per il rilancio dell’impresa o il cambio di rotta imposto dai vari lockdown.

Abbiamo fatto due chiacchere con Roberta Creazzo, conosciuta come SocialBoby, una Social Media Coach che aiuta proprio le piccole e medie imprese a costruire il loro posizionamento sui social. Ti consigliamo di seguirla anche su Instagram, da ottimi spunti interessanti per formarsi sul social media marketing e proprio per questo le abbiamo chiedo di raccontarci del suo percorso e chiesto qualche approfondimento sulle feature di Instagram per le aziende.

Parlaci un po’ di te e di SocialBoby

R: Sono Roby, conosciuta dai più come SocialBoby, social media coach freelance da poco più di un anno. Prima lavoravo in azienda: mi sono occupata dei social aziendali e dell’advertising per quasi 8 anni prima di abbandonare il mio contratto a tempo indeterminato e di iniziare la mia avventura in solitaria. Sono molto felice di questa scelta e mi trovo benissimo nella dimensione del freelance.

Oggi non mi occupo più di gestione social, come facevo in azienda, ma ho fatto una scelta precisa: affiancare le aziende e i liberi professionisti nel crearsi una presenza social efficace e mirata per il proprio business. Credo fermamente che per un’azienda, anche piccola, sia molto più redditizio sul lungo periodo gestire autonomamente i social secondo una strategia personalizzata e soprattutto sostenibile. Q

uindi per riassumere mi occupo di strategia, formazione e coaching. 

Il tuo consiglio per chi apre per la prima volta un profilo aziendale su Instagram

R: Il primissimo consiglio che do è quello di considerare Instagram come uno dei diversi strumenti di comunicazione a disposizione. Non è bene caricare la presenza su questa piattaforma di troppe aspettative.

Il secondo consiglio è armarsi di pazienza: Instagram è un canale piuttosto lento, c’è bisogno di tanta costanza e un investimento di tempo non indifferente.

Il terzo consiglio è darsi degli obiettivi e costruire una strategia che porti l’azienda ad avere maggiore visibilità, ma soprattutto a trasformare i follower in clienti reali.

Come utilizzi i Reels nella tua strategia?

R: Ecco su questo sono il tipico “calzolaio che va in giro con le scarpe rotte”. I Reels vanno assolutamente usati! Io li sfrutto ancora troppo poco.

Ma sto studiando un mio personale modo di crearli che mi richiede un impegno un po’ più grande, per questo sto procrastinando. In ogni caso ho ben chiaro che li utilizzerò per far conoscere il mio modo di lavorare, la mia filosofia e le cose in cui credo nel mio lavoro.-

Il tuo profilo ti aiuta a trovare nuovi clienti?

R: Si, diciamo che la maggior parte dei clienti 1:1 arriva dal profilo Instagram. Probabilmente perché condivido molto e cerco di aiutare più persone possibili, mostrando la mia competenza e facendo crescere la fiducia delle persone nei miei confronti. 

Secondo te Instagram è ormai saturo di profili che trattano di Instagram marketing?

R: Direi di si, purtroppo. È molto semplice far crescere un profilo dando le regole definitive sulla buona gestione dei profili Instagram. Molto più difficile è andare a soddisfare un pubblico che ha problemi più complessi e che deve inserire Instagram (e altri strumenti) in una strategia digitale più complessa.

Passa un po’ troppo spesso il messaggio che Instagram è il canale della svolta. Per me non è così.

Perché definisci il 2020 il tuo anno migliore?

R: Perché quando è arrivata la pandemia, avevo aperto la partita iva da nemmeno due mesi. Ero terrorizzata che tutto sarebbe andato a rotoli. Invece sono stata brava a sfruttare il tanto tempo libero per farmi conoscere, per far crescere la mia community (che mi supporta sempre tantissimo), per mostrare il mio lavoro e portare avanti progetti e collaborazioni.

Ho raggiunto e superato tutti i miei obiettivi ed è una cosa che non mi aspettavo. Diciamo che il 2020 mi ha mostrato, nonostante le difficoltà, quello di cui posso essere capace. 

Hai un case study di cui sei soddisfatta?

R: Ne ho diversi. E anche molto differenti tra loro. Ad esempio mi piace parlare di Jessica, consulente d’immagine, che dopo il nostro percorso 1:1 di coaching ha iniziato a carburare su Instagram, migliorando sia il suo modo di proporre il suo lavoro che il suo rapporto con la community. Tutti i suoi numeri sono migliorati, ma la cosa per me più importante è che stia avendo tantissime richieste da nuovi clienti.

Oppure il consorzio Speck dell’Alto Adige, che con una strategia mirata e pensata sul lungo periodo, nel giro di un anno ha notevolmente aumentato la sua notorietà e ha creato diversi progetti davvero interessanti e di successo. Insomma, io sono felice e soddisfatta quando i numeri social si trasformano in risultati concreti per l’attività delle persone e delle aziende che seguo. E in questo anno è successo più volte. Anche per questo il 2020 è stato il mio anno migliore!

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Riassunto
Social media coach per PMI: la storia di Social Boby
Titolo Articolo
Social media coach per PMI: la storia di Social Boby
Descrizione
Social Boby è il nome della consulente e social media coach Roberta Creazzo. In questa intervista parliamo del suo percorso da freelancer
Autore
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Leevia
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