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Quali saranno le sfide future nel campo del Digital Marketing?

Nei giorni scorsi si è concluso a Rimini l’evento Social Media Strategies, dedicato al mondo dei social a 360°, due giorni di formazione davvero intensi ai quali Leevia ha partecipato come sponsor.

Per parlare dell’evento, ma anche più in generale di Digital, abbiamo intervistato Cosmano Lombardo, CEO e COO Area Formazione Search On Media Group e Giorgio Tave, COO Area Network Search On Media Group.

Due personalità del web che in questi anni hanno contribuito molto a diffondere nel nostro paese conoscenza e formazione sempre di alto livello.

Cosmano, un primo bilancio a caldo di questi due giorni?

«Assolutamente positivo: lo scorso anno questo evento organizzato a Bologna aveva fatto un totale di 350 partecipanti, in questi giorni gli scritti sono stati 680, di cui 600 presenti in aula».

I prossimi eventi in programma quali sono?

«In arrivo abbiamo la settimana della formazione su SEO e Pay per Click (iniziata ieri, Ndr), alla quale ci si può iscrivere gratuitamente da lasettimanadellaformazione.com, mentre il prossimo evento a pagamento è il Search Marketing Connect, che da 11 anni è il riferimento per SEO, Pay per Click e Web Analytics, sempre qui al Palacongressi di Rimini il 16 e 17 Dicembre».

Una battuta sul perché secondo te la formazione è così importante?

«Una delle grandi sfide per il presente, ma soprattutto per il futuro, sarà quella di ricollocarsi costantemente alla luce dei cambiamenti che il digitale sta portando all’interno delle aziende: per questo è importante avere una visione a 360° e mantenere una mente aperta».

Qual è la vostra formula vincente?

«Nei nostri eventi non sono presenti interventi promozionali, ma cerchiamo di mantenere sempre un’alta qualità. Oltre a questo cerchiamo di fare in modo che chi partecipi possa creare una rete di amicizie e di contatti e per facilitare questo aspetto non mancano mai momenti di intrattenimento e di networking».

Giorgio, quali saranno, secondo te, le sfide del futuro per chi si occupa di Digital Marketing?

«La vera sfida, secondo me, sta nel riuscire a creare un team di persone competenti, che riescano ad interfacciarsi e a scambiarsi le conoscenze tra di loro.

Approfondire le professionalità in termini verticali è ovviamente importante. Ad esempio, se sono un SEO andrò ad approfondire tutto quello che posso conoscere sulla SEO, però contemporaneamente dovrò cercare di acquisire conoscenze più orizzontali, per potermi confrontare con i colleghi.

Lato azienda questo significa saper creare dei team fluidi, che possano affrontare i problemi a 360°, per rispondere velocemente alle esigenze di un mercato in costante mutamento».

Non posso non farti una domanda sulla SEO… Quali sono secondo te i tre fattori più importanti, oggi?

«Sicuramente la cosa più importante in assoluto è capire l’intento della ricerca, ovvero: quando una persona cerca qualcosa su Google, è chiaro che inserisce delle parole chiave molto specifiche e sta esprimendo un intento esplicito, ma ci sono anche degli intenti meno espliciti dietro ad una ricerca. Google cerca di intercettarli e cerca di comprendere quali siti possono rispondere agli intenti “nascosti”, quindi diventa fondamentale capire cosa davvero vuole l’utente, l’intento dietro la ricerca.

Faccio un esempio: se cerco dal telefonino la parola caffè, probabilmente voglio un bar, ma se invece la cerco da desktop voglio delle informazioni sul caffè.

Il secondo fattore è legato alla popolarità del sito, quindi quanti link riceve, che tipo di link riceve, con che costanza e che qualità hanno questi link. Ma anche l’autorevolezza della fonte, gli autori del sito, chi sono i proprietari, anche questi fattori stanno diventando importanti. Il concetto di popolarità è rimasto sempre troppo tecnico, legato ai link, in realtà la popolarità oggi è legata alla percezione che le persone hanno di un determinato brand.

Il terzo fattore è l’aggiornamento, ovvero la capacità di riuscire ad adeguarsi rapidamente alle novità. Oggi è importante fare le cose ancora prima che escano le linee guida di Google.

Anche qui torniamo all’utente: fare le cose per gli utenti e non per i motori di ricerca».

Pensavo che uno dei tre fattori sarebbe stato legato ai cosiddetti “contenuti di qualità”…

«Naturalmente i contenuti sono importanti, però c’è da fare una distinzione importante. Ho fatto due video sulla qualità dei contenuti, dove ho illustrato che cos’è per gli algoritmi di Google la qualità, però il l’equivoco è credere che i contenuti siano tutto e che chiunque possa creare “contenuti di qualità”».

Per quanto riguarda il campo specifico dei Social, cosa vedi nel futuro?

«Se mi stai chiedendo quale sarà il Social Network del futuro non saprei risponderti. Quello che posso dirti, però, è che i nostri dati sono, e saranno sempre di più in futuro, all’interno di property che non sono nostre, quindi la sfida vera sarà quella di farli uscire.

Faccio un esempio: i gruppi di Facebook. Noi non abbiamo le mail dei partecipanti, possiamo aver creato il gruppo più bello del mondo, ma non siamo neanche dei community manager, solo gli amministratore del gruppo, che non è nostro ma di Facebook.

Quindi, quello che io vedo nel futuro sarà lo sforzo di portare le comunità al di fuori. Mi auguro anche che in alcuni settori nascano dei social network più verticali, che superino il problema attuale della superficialità, che in luoghi come Facebook è inevitabile».


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(Foto: Isabella Ostelli)

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