Realtà aumentata e Street Art si incontrano: ecco il MAUA
La realtà aumentata (anche conosciuta come AR o augmented reality) è una tecnologia, abbastanza recente, in continua evoluzione. Ha avuto il suo boom nell’estate del 2016, quando mezzo mondo si è fermato per stanare gli amici di Pikachu nascosti in ogni angolo della città, con la possibilità di catturarli attraverso un semplice tap.
Nonostante l’euforia da Pokémon Go sia scemata in pochi mesi, l’interesse per la realtà aumentata non si è assolutamente fermato, anzi, le grandi aziende ne hanno compreso l’opportunità, cercando così di inserirlo nelle proprie strategie di marketing. Nasce così IKEA Place, l’app in grado di mostrare come sta un mobile, un divano o un complemento d’arredo direttamente nella tua casa. Allo stesso tempo si evolvono strumenti come Google Translate che, grazie alla realtà aumentata, può tradurre in tempo reale cartelli e scritte ripresi con la fotocamera (molto utile se si è in un Paese straniero del quale non si conosce la lingua madre).
Sullo stesso principio di Pokémon Go, IKEA Place e molte altre app, nasce MAUA: un museo a cielo aperto nella città di Milano, in grado di coniugare realtà aumentata e street art.
Cos’è il MAUA
MAUA non è altro che l’acronimo di Museo di Arte Urbana Aumentata, un gruppo di installazioni molto particolari fuori dal centro di Milano. Il museo urbano nasce grazie al Bando delle Periferie pensato dal Comune di Milano, ovvero un finanziamento istituito con lo scopo di riqualificare e migliorare la qualità della vita di cinque zone periferiche del Comune. Un totale di 160 progetti presentati da oltre 500 associazioni, dai quali ne sono stati selezionati 14 dedicati alle aree di Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e Qt8-Gallaratese.
I progetti selezionati, oltre che la riqualificazione delle periferie, hanno anche l’obiettivo di creare rete, co-progettare, ripensare i quartieri e far sentire gli abitanti parte attiva dello sviluppo della propria città, anche attraverso la partecipazione a laboratori, workshop, incontri ed eventi dei generi più svariati. Il MAUA è uno tra i primi progetti realizzati che coniuga tutti gli obiettivi: le opere, infatti, sono state selezionate proprio dagli abitanti dei quartieri, grazie ad un esperimento di curatela diffusa che ha richiesto ai cittadini l’individuazione collettiva e partecipata, con discussioni sul significato percepito e sul loro possibile valore per le strade dei quartieri.
Ad oggi, il MAUA si presenta come una vera e propria galleria a cielo aperto, con oltre 50 opere di street art animate e con altrettanti contenuti fruibili attraverso un’app di realtà aumentata. Tutto questo è stato possibile grazie al valore della rete e della partecipazione: una volta decise le opere, 50 animation designer in erba hanno elaborato le immagini durante un workshop dedicato all’augmented reality, producendo i contenuti digitali che animano le opere.
Come visitare il MAUA
Come avrai ben capito, il MAUA è un museo fuori dagli schemi e completamente lontano dai percorsi turistici che tutti noi conosciamo. Per visitarlo, non dovrai far altro che scegliere il tuo percorso preferito e, arrivato sul posto, accedere all’app Bepart (scaricabile gratuitamente da Google Play e da Apple Store). Inquadrando le opere con il tuo smartphone, esse si animeranno fino a generarne di nuove: un vero e proprio lavoro di digital art, in cui la realtà aumentata è la protagonista assoluta.
MAUA è fruibile anche da coloro che non hanno la possibilità di spostarsi ma che sono in possesso del catalogo delle opere edito da Terre di Mezzo. Il procedimento è lo stesso: basterà inquadrare tramite app le immagini del catalogo e la realtà aumentata ti farà vivere l’esperienza del MAUA direttamente da casa tua.
La realtà aumentata per avvicinarsi ai giovani
Che i giovani frequentino sempre meno i musei è un dato di fatto, per questo le stesse strutture sono alla ricerca di modalità sempre nuove per attirarli. La realtà aumentata è un’ottima modalità per avvicinare all’arte tutte quelle fasce di età giovani che non si interessano particolarmente alla cultura, in quanto abituate a vederla come obbligo o costrizione data dal sistema scolastico.
Il fatto di poter coniugare la realtà aumentata alla condivisione social o a giochi partecipativi rende i musei meno noiosi, per questo anche nel settore culturale si è alla continua ricerca di nuove tecniche di coinvolgimento. L’arte interessa a 2 giovani su 3 (fonte Eurobarometro, Centro di Ricerca della Commissione Europea) ma, nonostante questo, vi è una scarsa frequentazione di mostre e musei. Non è l’interesse a mancare ma c’è da lavorare al cambiamento del concetto museo=vecchio.
Proprio per questi motivi MAUA è un esempio da seguire: il fatto che sia un museo a cielo aperto e gratuito è certamente un plus che non tutti possono offrire, ma il fatto di renderlo interattivo è da prendere come spunto anche per avvicinare i Millennials o gli appartenenti alla Generazione Z ad attività culturali oggi sottovalutate. Insomma, la realtà aumentata ha tutte le carte in regola per diventare la protagonista nel marketing culturale e, oltre il MAUA, anche strutture come il Museo d’Arte Orientale di Torino ed il Museo del Novecento di Milano, ne hanno colto l’opportunità.
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