Quali sono le differenze ed in che percentuale un’azienda dovrebbe investire in Inbound o Outbound marketing?
Inbound o Outbound? Ormai l’Inbound marketing, e più nello specifico il content marketing, non è più un segreto per nessuno.
Quasi tutte le aziende, piccole o grandi che siano, hanno iniziato a curare la comunicazione sui social molto di più rispetto al passato e ad avere un blog aziendale, con lo scopo di attirare nuovi clienti facendo sì che siano loro a trovare l’azienda e non più viceversa.
Inbound o Outbound marketing: le differenze
L’Inbound e l’Outbound sono due modi differenti di fare marketing. Il primo è una forma più indiretta: è il cliente a fare ricerche in rete fino a scegliere l’azienda dalla quale preferisce acquistare. Il secondo, invece, prevede che sia l’azienda a promuovere i suoi contenuti raggiungendo direttamente il suo potenziale cliente.
Inbound marketing
- attira pubblico quasi sicuramente interessato;
- risolve problemi e necessità dei consumatori;
- è interattivo con gli utenti;
- gli utenti si trasformano facilmente in lead grazie all’utilità dei contenuti consumati;
- tra le attività inbound troviamo siti Web, blog, eBook, e-mail personalizzate, social media e SEO.
Outbound marketing
- i messaggi pubblicitari arrivano a tutti, senza alcuna differenziazione;
- viene fatto all’unico scopo di vendere prodotti;
- la comunicazione è unidirezionale;
- non esiste una logica contenutistica;
- sono attività outbound gli annunci TV, i cartelloni pubblicitari, le cold calls e così via dicendo.
Ma quali sono i numeri dell’Inbound e dell’Outbound marketing?
In molti si sono posti questa domanda e in rete abbiamo trovato un’infografica accurata che mette a confronto i numero dell’Inbound marketing e dell’Outbound marketing.
L’infografica completa è disponibile a questo link.
Ti occupi della promozione di eventi? Approfondisci l’inbound marketing attraverso i social network per gli eventi
Per un’azienda è meglio il marketing diretto o indiretto?
Questa è certo una domanda a cui non è facile dare risposta e sicuramente dipende molto dal tipo di business, di settore e dal target di clienti da raggiungere.
Secondo la mia esperienza entrambi richiedono uno sforzo elevato e costante, sia nel produrre contenuti (caso inbound), che nel contattare potenziali clienti (outbound). Nel primo caso si ha un ritorno a lungo termine, mentre nel secondo caso (outbound) un riscontro immediato.
L’ Inbound Marketing da ottimi risultati a lungo termine, con attività di Outbound Marketing invece si hanno riscontri immediati.
La sostanziale differenza è che se l’attività di Inbound Marketing viene fatta davvero bene, può portare enormi benefici nel tempo e quindi il costo dell’effort cala sensibilmente. Sulla base di questo, anche il costo per lead acquisito va a diminuire sensibilmente.
Al contrario nell’Outbound Marketing questa curva praticamente non esiste.
Nel tempo non si hanno grossi vantaggi e l’attività di vendita richiede un sforzo che deve essere costante nel tempo e quindi il costo di acquisizione per lead non può mutare al ribasso.
Un’interessante analisi in termini di numeri l’ho trovata in una discussione su Quora dove si evince che per chiudere 2–3 contratti al mese, bisogna contattare 2.000 potenziali clienti al mese. Di fatto sono numeri impressionanti, che ci fanno comprendere l’importanza di una strategia e di un funnel di conversione studiati ad hoc per il risultato desiderato.
Facciamo un esempio pratico: vogliamo accompagnare gli utenti nel conoscere il nostro prodotto o servizio e vogliamo che lo acquisti.
Prima di tutto dobbiamo fare in modo che venga a conoscenza della nostra esistenza. L’outbound marketing sono i volantini, cartelloni pubblicitari, pubblicità in tv e così via. Una volta che una persona ha guardato uno di questi però non abbiamo più modo di ricontattarla e costruire una relazione con lei. Nell’inbound invece portiamo gli utenti in una landing page, magari utilizzando anche una leva come un concorso a premi oppure una risorsa digitale in omaggio, in cui l’utente per ricevere il suo compenso deve lasciare la sua email.
In questo modo possiamo ricontattarli in futuro per raccontare la nostra storia, comunicare l’uscita di nuovi prodotti, ecc.
Anche il blog è un potente strumento di inbound, in quanto quando scrivi contenuti interessanti per gli utenti e trovano la risposta che cercano sul tuo articolo sono più invogliati a iscriversi alla newsletter o a contattarvi per avere altre informazioni.
In conclusione
Alla domanda meglio l’Inbound o l’Outbound marketing è impossibile dare risposta.
In un’indagine realizzata da Act-On e Demand Metrics è emerso, tra le aziende intervistate, che il 32% utilizza attività Inbound, la medesima percentuale attività Outbound e il restante 13% entrambi. Tuttavia, l’84% degli intervistati ha concordato che integrando Inbound e Outbound marketing, in un approccio Allbound, si ottengono i migliori risultati.
Sempre più imprese stanno adottando un mix equilibrato di strategie per incrementare il ROI, dimostrando che l’Inbound marketing non esclude l’Outbound marketing e viceversa.