In occasione del WomenX Impact abbiamo avuto la grande opportunità di poter fare una chiacchierata con Giovanna D’Esposito, la General Manager di Uber per il Sud Europa. I temi trattati in questa intervista riguardano le skills e le strategie per relazionarsi con utenti cosi diversi per ogni Paese Europeo.
Qual è il tuo ruolo in Uber?
Sono General Manager per il Sud Europa, e in quanto tale responsabile per la strategia e la crescita del nostro business in 6 paesi tra cui l’Italia
La nostra chiacchierata nasce dall’esperienza del WomenX Impact, l’evento volto a unire e formare le donne nel mercato del lavoro. Secondo te c’è ancora un gap tra uomini e donne in termini di responsabilità all’interno delle aziende?
Si credo che il gap esista ancora, in forma aggregata. Esistono sicuramente delle differenze, sia a livello geografico che per tipologia d’azienda. Non e’ sorprendente che molte aziende ad alto contenuto di innovazione e creatività siano più avanti in questo senso, e spesso si tratta di realtà provenienti da paesi anglosassoni o d’oltreoceano.
Esistono però anche tantissime realtà locali, spesso meno visibili, dove una leadership illuminata crea situazioni virtuose. La consapevolezza e lungimiranza di chi è alla guida fanno sempre la vera differenza.
Come sei arrivata in Uber?
Sono arrivata dopo aver costruito e gestito due piattaforme di giochi online. Queste esperienze mi hanno fornito strumenti che sono essenziali in Uber, come la capacità di adattamento ad un contesto regolatorio e operativo mutevole, la dimestichezza con tecnologie basate sull’ottimizzazione dei dati, e la gestione di team resilienti e imprenditoriali.
Visto che ti occupi di sviluppare progetti per l’espansione europea, come gestite in Uber gli approcci con i differenti Paesi?
In Uber diciamo che ‘costruiamo globalmente e viviamo localmente’. Questo significa che la nostra scala e presenza globale ci consentono di essere all’avanguardia con le tecnologie e i servizi di cui i nostri clienti – siano essi passeggeri, conducenti, ristoranti … – hanno bisogno, ma siamo sempre attenti a recepire normative ed esigenze locali con una presenza operativa sul territorio.
Cosa diresti alla te stessa che iniziava ad approcciarsi con il mercato del lavoro?
Di concentrarmi tanto sul rendere credibile il mio profilo, quanto sul capire se i potenziali datori di lavoro siano quelli giusti. Essere la persona giusta per un determinato ruolo o azienda, non significa che quel ruolo o quella azienda sono giusti per te.
Come cercate di fidelizzare gli utenti che scelgono il vostro servizio?
Al di là delle tattiche che vanno sempre contestualizzate con il caso d’uso, la migliore fidelizzazione è ascoltare il cliente e fornire un servizio che superi le aspettative.
Quali sono le strategie per fare in modo di riattivare gli utenti inattivi?
Bisogna anche qui contestualizzare con il caso d’uso, ma molto spesso la riattivazione passa per l’informazione, ovvero rendere consapevoli gli utenti di miglioramenti o estensioni del servizio che si può loro proporre. Ad esempio potremmo aver rivisto l’offerta di mobilità e integrato soluzioni ‘last mile’, oppure aggiunto delle feature di prodotto che vanno incontro ad esigenze espresse precedentemente dai nostri clienti, e così via.
Se dovessi scegliere un solo canale per sponsorizzare Uber, quale sceglieresti e perché?
Sceglierei il canale più vicino possibile al caso d’uso dei clienti che si vogliono raggiungere. In occasione di un lancio in una nuova città, potrebbe essere OOH. Ma e’ davvero impossibile identificare un unico canale, data la molteplicità di situazioni.
Quali sono le skill più importanti per il tuo ruolo?
Spirito imprenditoriale, e capacità di ascolto e di dialogo con tutte le funzioni aziendali.
WomenX Impact: in conclusione
Ringraziamo ancora una volta Giovanna D’Esposito che ci ha fornito spunti molto interessanti sul tema relazioni e fedeltà, oltre che il suo grande esempio di leadership femminile all’interno di Uber.
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