Cos’è successo nel mondo Web durante la settimana appena trascorsa? Non perderti le social media news di questi ultimi sette giorni nella nostra Weekly marketing recap del 19 ottobre.
News Facebook
Tutte le novità dal social più amato al mondo.
Facebook rimuove la finestra di attribuzione di 28 giorni dalle ADS
Fino ad ora, Facebook ha utilizzato la finestra di attribuzione di 28 giorni per gli annunci come impostazione predefinita. Le recenti modifiche di alcuni tra i browser più utilizzati, però, stanno rendendo questa funzione molto meno utile.
Come spiega Facebook nel suo annuncio dedicato agli inserzionisti:
Le recenti iniziative sulla privacy digitale che interessano più browser limiteranno la capacità delle aziende di misurare le interazioni delle persone tra siti Web e dispositivi. Tra queste vi è la possibilità per le aziende di attribuire gli eventi di conversione ad un annuncio su fineste di attribuzione più lunghe.
Di conseguenza, la società ha deciso di ritirare la finestra di attribuzione di 28 giorni su Facebook ADS passando direttamente all’opzione dei 7 giorni.
Il cambiamento, che avverrà a partire dal 12 ottobre, ha lo scopo di rafforzare la pubblicità contro i futuri cambiamenti dei browser e le iniziative sulla privacy.
Facebook vieta i contenuti negazionisti sull’Olocausto
In questi ultimi giorni Facebook ha annunciato un ulteriore aggiornamento alla sua policy dedicata ai contenuti che incitano all’odio, inserendo anche quelli di negazione dell’Olocausto.
Tuttavia, la società ha affermato che l’applicazione non può avvenire dall’oggi al domani, poiché ci vuole tempo per implementare i sistemi di moderazione.
Nel 2018, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg aveva detto che la sua azienda non avrebbe vietato la negazione dell’Olocausto, nonostante fosse profondamente offensiva. La decisione deriva dall’attuale momento storico che stiamo vivendo, in cui gli attacchi online contro vari gruppi in tutto il mondo sono in aumento.
Nell’ultimo anno, Facebook ha anche bandito gli stereotipi antisemiti come il potere collettivo degli ebrei, riferito alla loro presunta gestione del mondo e delle principali istituzioni.
In termini pratici, la società ha affermato di aver eliminato oltre 22,5 milioni di contenuti di questo tipo solo nel secondo trimestre del 2020.
News Google
Cos’è successo nella settimana appena trascorsa in casa Google? Vediamolo insieme.
Google nel mirino del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, supportato da diversi procuratori, si sta preparando ad intentare una causa contro Google.
Qual è il problema? Semplicemente il monopolio che la società ha costruito intorno agli asset tecnologici. Secondo GlobalStats, Google Chrome detiene una quota di mercato globale pari al 66,4%. Il problema per le autorità di regolamentazione è che Google domina anche l’attività pubblicitaria online con i suoi 130 miliardi di dollari l’anno, di cui controlla oltre il 37% con il suo strumento DoubleClick.
Questo modello operativo, considerato chiuso perché controlla sia l’offerta che la domanda, ha spinto molti ad accusare Google di un indebito controllo sul mercato globale dell’advertising online.
News TikTok
Un altro ban è in arrivo per TikTok.
Il Pakistan desidera bannare TikTok
È quasi come se bannare TikTok sia diventata una tendenza, qualcosa che i Paesi devono fare per farsi notare. O potrebbe essere uno strano modo di TikTok di farsi pubblicità?
L’Autorità pakistana per le Telecomunicazioni ha dichiarato che, nonostante gli avvertimenti di questi ultimi mesi, TikTok non ha rispettato le regole concordate. Per questo motivo, si sta procedendo con un ban dell’applicazione.
Il Pakistan, in passato, ha effettivamente sollevato serie preoccupazioni sulla natura di alcuni contenuti condivisi all’interno dell’app e sull’impatto degli stessi per la società.
Nella serata di venerdì 9 ottobre è uscito un comunicato ufficiale da parte del governo e subito dopo alcuni utenti hanno segnalato che l’app ed il sito Web di TikTok erano inaccessibili.
Il Pakistan segue l’India, sua vicina di casa, che di recente ha bannato diverse applicazioni cinesi nel Paese.
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