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Le aziende sanno riconoscere i fake influencer? Non sempre, non tutte. Lo dimostra l’esperimento di Federico Spinelli

Chi è Federico Spinelli? Consulente di marketing strategico e anche il co-autore insieme a Alessandro Sportelli del libro “Instagram strategy. Promuovi la tua azienda e impara a riconoscere i finti influencer” che ha effettuato un esperimento interessantissimo, Fake Me Now. Alcuni brand si sono fatti truffare da un finto influencer che ha acquisito finti followers comprandoli online. Federico ci racconta nel dettaglio cosa succede su You Tube e anche in questa intervista, dedicando anche alcune riflessioni su come si deve usare Instagram come canale per avvicinare aziende e consumatore finale.

federico spinelli instagram marketing e fake influencer

Parlaci del tuo esperimento Fake Me Now e cosa abbiamo da imparare

A: Indicativamente un anno fa, mi sono accorto che su Instagram tantissimi profili gonfiavano artificiosamente il numero di followers, mi piace e visualizzazioni per poter essere presi in considerazione da aziende o agenzie di comunicazione per avviare collaborazioni con loro e quindi ottenere soldi o prodotti.

Truccare questi numeri era, ed è, facilissimo tramite servizi online che, utilizzando applicazioni e software, creano finti utenti in grado di mettere mi piace su un contenuto o seguire un profilo che paga per avere un numero più importante rispetto a quello che avrebbe nella realtà. Ovviamente, queste attività vanno contro le policy di Instagram.

A quel punto mi sono detto “è ora di dimostrare tutto quello che sta succedendo”.

Così mi sono messo al lavoro, insieme al mio collega Massimo Turco, esperto di Video Marketing, abbiamo iniziato a creare @mysteriousguy23 e a documentare la sua impresa: gonfiare i numeri su Instagram per truffare le aziende.

Per creare un finto influencer fondamentalmente gli step sono 3:

  1. Bisogna creare un personaggio, pensare a che tipologia di foto e video si vogliono pubblicare su Instagram e che cosa comunicare.
  2.  Una volta creato il personaggio e i contenuti (foto/video) bisogna truccare i numeri, ovvero acquistare seguaci e mi piace sulla pagina instagram del finto influencer. Io ho utilizzato dei siti scoperti tramite Google dove con poche manciate di euro ho potuto comprare migliaia di followers e likes. Questi numeri sono totalmente falsi, non derivano da attività compiute da persone vere che seguono il profilo del finto influencer. Sono profili che vengono creati automaticamente solo a questo scopo.
  3. Bisogna proporsi alle aziende, mandare una mail dove vengono fatti vedere i numeri (ovviamente falsi, ma le aziende non lo sanno) e sperare che qualcuna accetti di dare prodotti, o addirittura soldi, in cambio di poter mettere i loro prodotti all’interno di foto e video nel profilo Instagram del finto influencer.

Puoi farci qualche esempio di come coinvolgere gli utenti a interagire con il nostro feed?

A: Ultimamente la competizione su Instagram è altissima , non basta più postare una foto bella e fare 2-3 storie al giorno.

Serve una strategia, serve dare qualcosa di valore alle persone che ti stanno seguendo e hanno deciso quindi di darti fiducia.

Instagram è ancora una di quelle piattaforme che ti permette un minimo di visibilità organica, a differenza del fratello maggiore Facebook, e bisogna fare in modo che questa visibilità organica sia sfruttata il più possibile.

Quindi la soluzione è creare contenuti di valore per chi ci segue, quindi i nostri potenziali clienti se parliamo di aziende o figure professionali, e spingere la gente a salvare o condividere i nostri post. Like e followers non valgono più nulla oramai, vale solo il tasso di coinvolgimento della community che si crea, ed è quest’ultima alimenta poi le interazioni con le condivisioni e il passaparola.

Ci sono settori che non hanno bisogno di Instagram oppure è diventato fondamentale per tutti?

A: Non esiste una piattaforma fondamentale per tutti. Sono i clienti che dettano le piattaforme fondamentali per il settore in cui operi e l’unico modo per capire le piattaforme fondamentali è l’analisi del processo di acquisto (che è quello che insegnano i miei maestri Alessandro Sportelli e Manuel Faè nel loro corso WMI).

Spesso mi capitano dei potenziali clienti che mi chiedono espressamente di “fargli Instagram” e puntualmente rifiuto poiché partire dalla piattaforma è sbagliatissimo per due motivi:

  1. non sai se i tuoi clienti/potenziali clienti prendono la decisione di acquistare da te su Instagram per partito preso, quindi rischi di fare un sacco di lavoro per nulla.
  2. su Instagram e sulle altre piattaforme sei sempre in “in affitto” e la piattaforma comanda e decide quanta visibilità avrai e in quanto i tuoi followers vedranno del tuo profilo.

Per questi due motivi il mio approccio è diverso, prima costruisco una strategia basata sull’analisi del processo d’acquisto. Una volta definita la strategia lavoro sulle piattaforme e tendo ad utilizzarle per poi “possedere” il pubblico con le email, numeri di telefono o visite in negozio e quindi non essere più dipendente dalle piattaforme ma avere un contatto diretto con i clienti.

Un case study da cui tutti dobbiamo prendere esempio

A: Per quanto riguarda l’influencer marketing sicuramente Daniel Wellington è il caso studio che mi è piaciuto di più, l’ho raccontato anche all’interno del mio libro Instagram Strategy.

Questo e-commerce di orologi da polso ha deciso di fare influencer marketing “a tappeto” in tutto il mondo, regalando i loro orologi agli influencer (di qualsiasi tipo, dai micro-influencer alle celebrities) e offrendo una percentuale sulle vendite derivate dalla pubblicità del singolo influencer, tracciando tutto con codici sconto ad hoc.

influencer marketing daniel wellington

In questo modo hanno creato un network di influencer vastissimo che li ha portati a fatturare 170 milioni in pochi anni e creare una community di 4 milioni di persone su Instagram, praticamente sbaragliando la concorrenza e affermandosi come leader in un mercato difficile come quello degli orologi da polso.

Quali pratiche “blackhat” consiglieresti di smettere subito

A: Le pratiche che vanno contro le policy di Instagram sono 2: L’utilizzo di automatismi (bot) o l’acquisto di followers e likes finti.

L’utilizzo di bot per automatizzare azioni, come il follow/unfollow oppure le visualizzazioni alle storie/sondaggi su Instagram, fa malissimo al profilo sul lungo termine. La cosa brutta di queste attività è che nel breve periodo ti sembra di guadagnare followers e fare una cosa buona per il tuo profilo e invece lo stai praticamente buttando nel cestino perché instagram ti penalizza in termini di visibilità.

Per quanto riguarda l’acquisto di followers fake non c’è da dire molto, si sa che è una cosa sbagliatissima da fare e che distrugge il profilo instagram. Pensate che Mysterious Guy ha 70.000 followers ad oggi (20.000 sono stati rimossi da Instagram perché comunque Instagram giornalmente cancella dei profili inattivi) e recentemente ho deciso di pubblicare un post per provare a vedere quanti like effettivamente riesce a prendere e alla fine è riuscito a portarsi a casa 12 likes, un profilo da 70.000 followers.

Contest e Instagram: quali sono i tuoi consigli per un contest vincente?

A: Come prima cosa bisogna organizzarlo bene, che sia in regola con la legislatura italiana per non incappare in sanzioni.

Dopodiché bisogna trovare un premio allettante, che la gente desideri e che quindi li spinga a condividere e taggare amici (a seconda del regolamento).

Poi io tendenzialmente quando mi capita di organizzarli cerco di ottenere qualcosa in più di un semplice follower, quindi magari per validare la partecipazione chiedo di lasciare l’email e l’iscrizione alla newsletter o bot messenger di Facebook.

E infine la sponsorizzazione, bisogna fare vedere il contest ai potenziali clienti per attirarli nel nostro giro e i metodo che io uso sono 2:

  1. sponsorizzazione tramite facebook ads, quindi le inserzioni di Facebook
  2. sponsorizzazione attraverso influencer di settore che condividono il nostro post con la loro community. Qua la selezione degli influencer è di vitale importanza perché deve essere una figura seguita dai potenziali clienti dell’azienda, altrimenti è totalmente inutile.

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Riassunto
Fake influencer e Instagram Marketing: come le aziende si fanno truffare raccontato da Federico Spinelli
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Fake influencer e Instagram Marketing: come le aziende si fanno truffare raccontato da Federico Spinelli
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Le aziende sanno riconoscere i fake influencer? Non sempre, non tutte. Lo dimostra l'esperimento di Federico Spinelli
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