La comunicazione ha un nuovo terreno di scontro: i vostri News Feed. Nascono ogni giorno nuove Pagine pronte a raccontarvi la verità! Siete pronti?
Recentemente stiamo assistendo, con esiti non sempre brillati, ad una nuova tecnica per la creazione di consenso nella sfera politica pubblica.
Questa si basa fortemente sui social e consiste nella creazione “organica” di consenso attraverso pagine “Fan” che non sono direttamente collegabili al profilo pubblico del partito politico o del personaggio cui fanno riferimento.
Tuttavia, in molti casi, sono amministrate da persone vicine al partito/movimento, in certi casi perfino dallo staff della comunicazione del partito/movimento stesso.
Insomma, sono pagine che veicolano il messaggio di una certa parte politica, senza dichiararsi apertamente come appartenenti alla stessa.
Come funzionano le pagine Fan politiche?
Ma come funziona (o dovrebbe funzionare) la creazione di consenso attraverso queste Pagine?
Innanzitutto si parte dal presupposto che tutto quello che parte da pagine ufficiali è, per definizione, informazione di parte e come tale viene percepita, quindi difficilmente potrà uscire dalla cerchia di persone che sono già all’interno di quell’area politica.
Con l’utilizzo invece di queste Pagine si cerca di smarcare l’informazione dall’associazione con il partito, aiutando quindi la diffusione della notizia. Nell’era dei social come fonte informativa è decisivo, anche per una forza politica, riuscire infatti ad uscire dalla “bolla” che ogni utente si crea sui Social, e arrivare così ad pubblico che altrimenti non potrebbe raggiungere.
Un primo esempio di questa strategia comunicativa è la pagina “Adesso ti informo”. Da una prima analisi dell’immagine del profilo o di copertina non riconosciamo una immediata vicinanza a nessuna forza politica.
Anche nella sezione about non abbiamo nessuna informazione di rilievo, se non la riga con cui si indica che Adesso ti Informo è un “network di informazione indipendente”.
Verifichiamo la modalità e la tipologia di notizie che viene postata dalla pagina.
La modalità di post è quella classica per le pagine sensazionalistiche, che utilizzano i caps lock, i “più” e la chiusura di rito “condividiamo!” per farsi notare, per indicare l’importanza della notizia, per cercare la condivisione organica dei post. La parte politica cui la pagina politica fa rifermento è presto scoperta, una volta verificato che tutti i post della pagina sono di natura “anti-grillina” e in particolare focalizzati sull’amministrazione romana.
“Adesso ti informo” è solo un esempio della galassia in espansione di pseudo-Pagine Fan, le parti politiche infatti stanno aumentando a dismisura questo stile di comunicazione politica.
“Nessuno tocchi la libera informazione” è una Pagina, molto simile nella forma ad altre provenienti dalla costellazione molto vicina al Movimento 5 Stelle come TzeTze, Passaparola e altre ancora, che condividono tutte gli stessi articoli, molto spesso in clickbaiting e che fra un post e l’altro si occupano anche di informazione politica, ovviamente a senso unico.
Possiamo notare l’utilizzo identico dei caps lock, soprattutto nell’indicare la Call To Action, che anche in questo caso, invita alla condivisione e alla diffusione.
Le Pagine Fan come strumento di marketing
È evidente che questo tipo di comunicazione è una reazione naturale all‘evoluzione nelle abitudini legate alla dieta mediatica dell’opinione pubblica, che tende a non seguire più fedelmente i mass media tradizionali, ma a cercare piuttosto fonti di informazione alternativa, la “controinformazione” che spesso sfocia in bufala, cospirazionismo e notizie di parte.
Il partito politico tende quindi a costruire una propria rete di siti e pagine social che possano far breccia nell’opinione pubblica che non è già schierata e a sfruttarle come “cavallo di troia” per condizionarne il voto. Possiamo paragonare questo tipo di comunicazione politica ad una esasperazione del content marketing, in cui però si abbandona già in partenza la possibilità di far leva sulla propria brand reputation e invece ci si affida al passaparola e alla condivisione organica realizzata artificiosamente attraverso l’uso di altre pagine Facebook o attraverso l’uso di account Twitter controllati centralmente.
Funziona? Ce lo dirà solo quello che in politica è l‘acquisto del prodotto, ovvero il voto al momento delle elezioni.
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