Polaroid rinasce dalle proprie ceneri grazie ad un Progetto Impossibile. 3 cose da imparare dalla sua storia
Per chi, come me, è nato negli anni 80, la Polaroid è sempre stato il sogno segreto di bambino che vedeva la *magia* nella stampa immediata delle proprie creazioni, invece che dover aspettare lo sviluppo del rullino (cioè aspettare di finire il rullino, poi portarlo a far sviluppare, vederlo sviluppato…). Insomma, una possibilità che è diventata alla portata di tutti solo molti anni dopo grazie alla rivoluzione digitale e agli smartphone.
La Polaroid sembrava il classico colosso che non poteva affondare, ma, come sempre, (vi ricordate Nokia o Blockbuster?) la tecnologia va avanti e chi non sta al passo viene superato e lasciato nella polvere. Così è stato per Polaroid, che, pur forte del brand che aveva acquisito, non è riuscita a tenere il passo con le nuove modalità fotografiche. Qualche piccolo tentativo di creare le proprie macchine fotografiche digitali e di stampa immediata non produssero i risultati sperati e così si arrivò nel 2001 alla bancarotta, per cui il brand poi è stato comprato e usato per produrre oggetti vari in licenza.
La nascita del Progetto Impossibile
Nel 2008 Florian Kaps e André Bosman si incontrano all’evento di chiusura dell’impianto di produzione delle pellicole Polaroid in Olanda e decidono di fondare una startup che abbia al centro proprio il business in dismissione dall’azienda. Comprano i macchinari dalla Polaroid stessa, facendo nascere così Impossible Project, il Progetto Impossibile di dare nuova vita alle macchine Polaroid sparse nel mondo. L’idea era quindi di dare supporto a chi aveva comprato negli anni le macchine fotografiche instantanee e dare loro la possibilità di usarle ancora.
Nel 2010 iniziano la produzione, vendendo una serie di nuove pellicole adatte alle vecchie macchine e nel 2012 iniziano anche la produzione di nuove macchine fotografiche, originariamente riproposizioni di quelle classiche, e quindi totalmente nuove.
Il Progetto Impossibile chiude il cerchio
A maggio 2017 il più grande investitore di Impossible Project compra Polaroid. A settembre Impossible Project diventa Polaroid Originals, cambiando nome, ovvero tornando alle origini del nome, ma forte della propria esperienza da startup, con le persone e il management che hanno reso il viaggio di Impossible Project piuttosto straordinario. La startup compra il brand originale, per morire e al contempo far rinascere dalla proprie ceneri.
Cosa ci insegna il caso Impossible Project/Polaroid
Il caso di successo di Impossible Project, la start-up che fece rinascere dalle sue ceneri Polaroid per poi morire in essa, può darci ottimi spunti in ambito marketing.
1 – Individua la tua nicchia di mercato e il tuo target: per quanto piccolo, è il tuo riferimento.
Polaroid era diventata forse troppo grande e con troppe sovrastrutture per poter rifocalizzare il proprio business solo su un piccolo settore come era diventato quello delle pellicole, ma una start-up, utilizzando in modo ottimale le proprie risorse, è riuscita a ricreare un mercato che sembrava inesistente, semplicemente puntando sui clienti che già esistevano, ovvero coloro che possedevano una macchina fotografica Polaroid e che non avevano più nessun modo per poterla usare. Sono partiti cercando di fare bene una sola cosa: le pellicole, per poi solo successivamente, espandersi nella costruzione e vendita di nuovo hardware.
2 – Tieni aggiornato il tuo cliente e crea una relazione
Il motivo principale per cui Impossible Project è cresciuta a tal punto in pochi anni è che ha saputo creare una relazione con il proprio cliente, attraverso newsletter in cui non solo venivano comunicati nuovi prodotti, ma anche consigli d’utilizzo, showcase di artisti che usano Polaroid e le loro pellicole, facendo insomma sentire il cliente una parte essenziale dell’impresa stessa.
Significa costruire quindi dei lead qualificati e costruire con questi una relazione.
3 – Non aver paura di crescere anche se significa perdere la tua identità
Il successo di Impossible Project è stato anche la causa stessa della sua fine. Essere riusciti a creare un business in grado in pochi anni di “mangiarsi” il brand madre di cui era “figliastro” ha portato, paradossalmente, alla chiusura stessa del marchio Impossible, diventato infatti Polaroid Originals. Significa dover in qualche modo ripartire a costruire una relazione diversa con il tuo cliente, ma anche poter in questo modo “diventare grandi” potendo utilizzare un marchio storico e conosciuto in tutto il mondo. Il passaggio garantirà maggiori risorse all’impresa ma perderà in “simpatia” rispetto alla piccola azienda che porta avanti, appunto, un Progetto Impossibile.
Se hai trovato questo articolo interessante, iscriviti alla nostra Newsletter!
Potrebbe interessarti anche:
- Come fare lead generation con il blog
- Del “Caso Achilli” o di come diventare la più famosa startup italiana
- I 5 tool indispensabili per chi fa Instagram Marketing
- Emozioni e relazioni sui social: come fare community con la Psicologia