Dalla reach organica al retargeting aggressivo: 5 modi di fare Digital Marketing che – ci auguriamo – spariranno nel 2018
Il 2017 è stato l’anno dei video, forse. Il 2018 sarà quello della realtà aumentata, forse. Una cosa è sicura, tutto cambia alla velocità della luce: chi non si evolve scompare, risucchiato dall’onda del cambiamento.
Per fortuna il digital marketer è un animale adattivo, per sua stessa natura. Un esploratore di mari semi-sconosciuti, che parte a vele spiegate in quel web che ormai più che navigato va domato, lottando spesso contro i suoi cugini “tradizionali” che tentano di frenarlo e mantenerlo nelle acque tranquille di un porto ormai in rovina.
In questo post ho raccolto 5 tendenze che, forse, nel 2018 scompariranno definitivamente o, forse, si evolveranno in qualcosa di diverso.
1. Facebook come canale (solo) organico
Con la reach organica in caduta libera e l’algoritmo che, di fatto, ci obbliga a sponsorizzare i post, il nostro modo di approcciare Facebook è già cambiato.
Negli anni (nei mesi) scorsi ci si adoperava per creare piani editoriali sensazionali: testi, immagini, video, che catturassero l’attenzione, al fine di aumentare l’engagement rate. Oggi il piano editoriale ha ancora un’importanza strategica, ma è ormai tassativo associare ad esso un budget da spendere in promozione.
Il modo in cui approcceremo Facebook (ma più in generale il mondo Social) dovrà quindi cambiare. Rispetto agli anni del boom, infatti, i social si stanno trasformando in canali pubblicitari da inserire all’interno di un media mix che richiede una pianificazione sempre più accurata, con una complessità crescente.
2. La pubblicità come modello di interruzione
L’era dei 30 secondi, del banner e della quarta di copertina sta volgendo al termine: su questo – più o meno – siamo tutti d’accordo.
L’attenzione degli utenti si concentra sempre più sui contenuti e sempre meno sulla pubblicità: gli utenti non sono più disposti ad essere interrotti, se non per ricevere informazioni che siano davvero rilevanti nel momento e nel luogo nel quale vengono fornite.
Questo ci mette di fronte a nuove sfide e scenari sempre più complessi, con le aziende che dovranno trasformarsi sempre più in editori e raggiungere il proprio target con il contenuto giusto, nel momento giusto, nel luogo giusto e sul dispositivo adatto.
Il 2018 vedrà quindi la fine delle grandi pianificazioni e l’affermazione definitiva di nuovi modelli di pianificazione omni-channel, basati sul contenuto informativo, più che sulla pubblicità come modello di interruzione.
3. Focus sulla quantità e non sulla qualità dei contenuti
Questo punto deriva direttamente dal precedente, ma non solo. Chi fa content marketing sa perfettamente che il mare on-line è sempre più affollato. Si deve quindi puntare molto sulla qualità: produrre meno ma verticalizzare, per emergere dal rumore di sottofondo e catturare l’attenzione degli utenti.
Abbiamo visto recentemente come anche Google stia andando in questa direzione, grazie allo studio effettuato da SEMrush. Un certo modo di fare content, quindi, morirà, schiacciato da chi mette davvero l’utente al centro.
4. Retargeting aggressivo
Una delle notizie passate un po’ sotto traccia quest’autunno è stata l’introduzione del “Sistema anti-tracking intelligente” all’interno del browser di casa Apple, Safari.
Questa piccola-grande novità costituisce un cambiamento di passo importante che, probabilmente, porterà anche altri browser ad uniformarsi, sancendo un ridimensionamento importante dell’utilizzo dei cookies a fini di remarketing, almeno per come li abbiamo conosciuti fino ad ora.
5. Strategie mono-mediali
Viviamo le nostre vite sempre più connessi, sempre più da dispositivi diversi tra loro: quindi anche la fruizione dei contenuti avviene con modalità diverse per ogni dispositivo.
Provate a leggere un blog-post da uno Smartwatch: non sarebbe molto meglio ascoltare un podcast, in quel caso?
Insomma, se è vero che l’era della Galassia Gutenberg sembra avviarsi sul viale del tramonto, la sostanza stessa della rete ci offre la possibilità di utilizzare forme espressive diverse: audio, video, immagini e testo possono convivere e contribuire a raggiungere gli utenti nel modo giusto, nel momento giusto e sul dispositivo giusto.
Se hai trovato questo articolo interessante, iscriviti alla nostra Newsletter!
Potrebbe interessarti anche:
- Digital marketing con AdWords: come è cambiato l’advertising
- Ecco perché le strategie di digital marketing non sono replicabili
- Digital Marketing: cosa aspettarsi dal 2017
- Gli 8 miti del digital marketing da smontare