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Gli NFT, Non-Fungible Token, spiegati con chiarezza

Ultimamente si sente spesso parlare di NFT, che altro non è che l’acronimo di Non-Fungible Token.

Ma cosa sono esattamente i Token non fungibili?

Scopriamolo insieme nel nostro articolo di oggi.

Cosa sono gli NFT ovvero i Non-Fungible Token

Come già anticipato, l’acronimo NFT sta per Non-Fungible Token.

Di fatto si tratta di una tipologia di token crittografico che rappresenta la proprietà e l’autenticità di un bene, per lo più in formato digitale. Questo significa che qualsiasi opera d’arte, musica, tweet, GIF, video o altro bene in digitale può trasformarsi in NFT.

Ma perché vengono definiti in questo modo?

Secondo il principio che sta alla base dei Token non fungibili, qualsiasi contenuto digitale può essere cedibile in cambio di denaro. La non fungibilità del bene si racchiude nel fatto che il bene è unico, quindi non sostituibile.

Tra gli NFT che più hanno fatto parlare di sé troviamo i gattini del gioco Cryptokitties, ma anche le opere di Beeple e il primo tweet di Jack Dorsey, la cui proprietà è stata ceduta alla “modica” cifra di 2,9 milioni di dollari.

Come funzionano i Non-Fungible Token

La maggior parte degli NFT fa parte della blockchain di Ethereum.

Per chi non lo sapesse, Ethereum è una criptovaluta, al pari dei BitCoin o dei DogeCoin, con una blockchain che supporta anche gli NFT e tutte le informazioni ad esse legate.

In questi ultimi mesi, altre blockchain hanno implementato le proprie versioni di NFT e non si esclude che, nel prossimo futuro, si possano espandere ulteriormente.

Attualmente, gli NFT rappresentano un’evoluzione di quella che fino ad oggi è stata il collezionismo di opere d’arte… Solo che dal possesso fisico siamo passati a quello digitale.

Perché i Token non fungibili stanno avendo così tanto successo?

Il successo degli NFT è sicuramente dovuto all’unicità del contenuto.

La proprietà del bene è della sola persona che ne possiede il certificato ed è esclusiva, mentre l’artista che ha creato l’opera mantiene i diritti di autore e di riproduzione, proprio come se fosse un dipinto fisico.

Questo significa che, se il proprietario dell’opera decide di rivenderla o di utilizzarla, l’artista continua a guadagnare delle royalties sul bene stesso.

Tendenzialmente, le opere acquistate non possono essere utilizzate dal proprietario per scopi commerciali. Ad ogni modo, molto dipende dalle policy del marketplace sul quale è avvenuto l’acquisto.

I vantaggi dell’NFT per artisti e collezionisti

Gli NFT portano a diversi vantaggi, sia per gli artisti che per i collezionisti.

Dal lato dell’artista, troviamo diversi pro:

  • conoscibilità delle opere e prestigio artistico, legato strettamente all’andamento delle vendite;
  • guadagni, spesso importanti, anche per artisti digitali sconosciuti;
  • ricezione di una percentuale ogni volta che il proprietario dell’opera deciderà di utilizzarla o di venderla, con conseguente aumento della popolarità.

Lato collezionisti, oltre alla possibilità di supportare gli artisti migliori e al possesso dell’opera d’arte tanto desiderata, c’è un vantaggio che è quello della speculazione: acquisto dell’opera e rivendita non appena l’artista guadagna di popolarità, con conseguente profitto.

I Non-Fungible Token in Italia

Dopo il successo di Beeple, il terzo artista vivente più pagato al mondo, di NFT si è cominciato a parlare anche in Italia. Anche se in prima battuta verrebbe da dire che NFT = soldi facili, in realtà anche in questo mondo viene premiata la qualità e l’originalità.

Uno tra gli artisti nostrani più famosi nel mondo della criptoarte è sicuramente Skygolpe. Interessato all’arte digitale ben prima dell’avvento dei token non fungibili, ha realizzato la sua prima opera NFT nell’aprile del 2020 insieme a Mattia Cuttini mettendola in vendita sulla piattaforma Know Origin. Da qui il sold out immediato che lo ha consacrato alla fama.

In questo mercato di criptoarte cambia anche il target di collezionisti.

Non si parla più di collezionismo classico, ma di trader e investitori: persone relativamente giovani che vedono nella digitalizzazione un chiaro futuro e l’innovazione dell’intero settore.

Ma è sbagliato pensare che il concetto di NFT sia applicabile solo al mondo dell’arte. La tokenizzazione si sta diffondendo sempre di più anche in altri settori, tra cui la musica. Nel nostro paese, i primi musicisti ad utilizzare i token non fungibili sono stati Boosta, il tastierista dei Subsonica, e Achille Lauro.

In particolare, Boosta in collaborazione con l’artista croato Danijel Žeželj e la startup Genuino, ha realizzato il progetto “Music Is Art”, una serie di opere audiovisive messe in vendita sulla piattaforma MakersPlace con l’obiettivo di rendere arte e musica più accessibili.

Diverso l’esperimento di Achille Lauro che, in collaborazione con MK3 srl, ha venduto all’asta il suo tracciato cardiaco durante il suo show al Teatro Arcimboldi di Milano. L’opera d’arte digitale, creata in un numero limitato di esemplari e validata con tecnologia NFT, ha fruttato oltre 100mila euro devoluti al reparto di cardiochirurgia infantile del Policlinico San Donato di Milano.

La tokenizzazione dei contenuti si sta quindi diffondendo in molti settori, ma il successo maggiore è sicuramente relativo all’ambito artistico: quello che più ha sofferto e continua a soffrire le conseguenze delle restrizioni legate alla pandemia da COVID-19.

Come mettere in vendita il tuo primo NFT

Prima di tutto ti serve un portafoglio di cryptovalute.

Puoi usare Metamax o altri conti con all’interno BitCoin, Ethyrium o altre valute in modo da poter scambiare e ricevere le crypto. Non potrai di fatto mai comprare o vendere degli NFT in soldi con valute come Euro o Dollaro, ma solo in criptovalute.

Poi devi trovare il marketplace giusto su cui vendere la tua produzione digitale. Ogni piattaforma segue delle regole precise e quindi fai attenzione a quali regole devi seguire per la pubblicazione.

cosa sono gli nft non fungible token e come metterli in vendita
Una ricerca su OpenSea, il più grande marketplace di NFT

Ad esempio il marketplace Crypto.com accetta NFT da utenti che hanno almeno 5000 followers su Instagram (o Twitter) e devi avere coniato almeno 2-3 NFT sulla loro piattaforma. Quindi la tua popolarità è importante.

Per rendere il tuo prodotto digitale un vero NFT chiedi consiglio al marketplace.

Spesso sono loro stessi che ti “convertono” il prodotto in un NFT associandolo a una stringa di codice, lo smart contrat, che assicura l’unicità del tuo contenuto. Ti verrà chiesto quali sono i software che hai utilizzato e altri dati sul prodotto in modo da verificare l’esclusività del tuo lavoro.


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Riassunto
Cosa sono gli NFT e a cosa servono?
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Cosa sono gli NFT e a cosa servono?
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Gli NFT rappresentano la proprietà e l'autenticità di un bene, per lo più in formato digitale. Questo significa che qualsiasi opera d'arte, musica, tweet, GIF, video o altro bene in digitale può trasformarsi in Non-Fungible token.
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