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Amazon è il re delle ricerche per lo shopping online, Facebook cerca di non perdere gli editori e Google prova ad usare la ricerca per immagini per favi trovare nuovi prodotti

Bentrovati alla rubrica sulla ultima novità nel settore del Social Media Marketing e del Digital Marketing, che oggi è straordinariamente spostata a martedì!

Amazon è sempre più leader nelle ricerche per l’e-commerce

Forse questa non è una notizia che sorprende i più, soprattutto se ci si sofferma un secondo a pensare alle normali abitudini di consumo sulla rete. Se si cerca infatti un oggetto da comprare online la consuetudine non è più quella di cercare a partire da un motore di ricerca generico (come Google), ma di verificare direttamente prezzi e disponibilità all’interno del più grande store online del mondo: Amazon. Questa impressione comune è confermata ora anche dalla ricerca di Raymond James, realizzata attraverso un campione di 587 persone.

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Amazon è infatti nettamente primo, ma soprattutto è molto interessante vedere il dato comparato nel tempo: se ancora nel 2014 i motori di ricerca erano avanti, ora rappresentano solo il 26% delle ricerche per l’e-commerce. Ma il dato ancora più interessante è la scomposizione delle risposte per classi di età:

I giovani fra i 18 e 29 anni hanno una propensione ancora più accentuata nel servirsi prima di tutto da Amazon, rispetto a Google o altri e-commerce online. Una sproporzione significativa e certamente un motivo di preoccupazione per il gigante delle ricerche.

…Ma Google cerca di stare al passo con lo shopping nella ricerca per immagini

Big G ha senz’altro individuato il pericolo, d’altronde ricordiamo che i suoi introiti maggiori derivano ancora dalla supremazia nelle ricerche. Ecco quindi giungere proprio questa settimana la notizia che all’interno della ricerca per immagini l’utente potrà anche comprare direttamente gli oggetti a cui è interessato, attraverso un nuovo box chiamato “Similar Items”. La funzione per ora è visibile solo dalla ricerca da web su mobile o tramite la Android Search app.

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In questo articolo sul Google Blog vengono indicate le linee guida per gli sviluppatori web per poter essere inseriti nella nuova ricerca.

Facebook aggiunge una nuova Call to Action negli Instant Article

Facebook sta cercando di rendere più interessanti per i publisher gli Instant Article, dopo che diversi partner della prima ora, scontenti dal ritorno in termini di guadagni del formato, stanno pensando di abbandonare o riconsiderare il numero di pubblicazioni. Alcuni, come il New York Times, hanno immediatamente cessato le pubblicazioni. Il Social Network è così corso ai ripari, fornendo più possibilità agli editori per fare in modo che gli utenti possano iscriversi a newsletter o mettere il like alle pagine Facebook direttamente attraverso una CTA inserita negli Instant Article.

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Altre CTA sarebbero allo studio, Facebook sembra aver colto il segnale lanciato dalla stampa e vuole correre immediatamente ai ripari.

…inoltre rilascia per tutti la possibilità di creare post in co-branding

Chi fra di voi gestisce Pagine Facebook se ne sarà accorto, grazie ad un avviso di Facebook inserito nel Newsfeed: la possibilità, che avevamo descritto tempo fa in un altro articolo, di creare post in co-branding è diventata una feature accessibile a tutti.

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In pratica ora ogni Pagina può taggare un altro brand all’interno di un proprio post e condividere con quest’ultimo gli insight sul post specifico e quindi creare dei mutuali benefici di visibilità. Il Branded Content sarà anche visibile all’utente finale, in quanto segnalato come post “paid” (cioè presumibilmente “pagato” dal brand ospite).

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Una funzione che reputiamo interessante, soprattutto nell’ottica della sempre più accresciuta importanza dell’influencer marketing.

Facebook e Google contro le notizie false

Curiosamente, i due colossi del web hanno deciso di far uscire le loro nuove funzioni anti-fake news nella stessa settimana. Google ha implementato un sistema di validazione per cui le notizie nella SERP e in Google News saranno “marchiate” da un bollino di autenticità. Tale “bollino” verrà rilasciato da Google attraverso dei partner che si preoccuperanno anzitutto di verificare se il sito è genericamente affidabile e quindi di verificare le singole notizie. Nel caso la notizia sia verificata, apparirà una nota nella ricerca come da immagine.

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Ma anche Facebook ha iniziato a prendere sul serio la minaccia delle fake news e questa settimana in molti hanno trovato nel Newsfeed questo avviso:

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All’interno in verità si trovano solo buoni consigli su come individuare subito notizie false, una specie di anticipo cui seguiranno, speriamo, azioni un po’ più concrete.

McDonalds fa recruiting su… Snapchat!

Non sappiamo sinceramente come prendere la notizia, e quindi la riportiamo così come l’abbiamo letta: McDonalds ha creato una campagna, con filtri personalizzati, per la ricerca di personale giovane per i propri ristoranti, e lo ha fatto su Snapchat.

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L’utente che si voleva candidare creava un mini-video di 10 secondi attraverso la popolare applicazione, con tanto di filtro con cappello di McDonalds (sic) e poteva mandarlo per cercare di ottenere l’attenzione dei responsabili HR ed essere quindi assunto nella catena di fast food.

Articoli della settimana da non perdere

Cos’è esattamente la XML sitemap? E a cosa serve? Se ancora state cercando una risposta l’articolo di moz.com fa per voi!

Cosa rende un contenuto “buono” agli occhi di Google? Si continua a parlare spesso (anche noi lo facciamo) di Content Marketing, ma forse si sa poco su come dovrebbero essere scritti e confezionati questi contenuti, perché funzionino, almeno a livello SEO.

Appena uscita la ricerca sui fattori più importanti per la local search da SearchEngineLand, non perdetevela.

Su quali social investire, in termini di risorse e tempo? Forse non tutti fanno al caso vostro, quindi Vincenzo Cosenza vi invita a fare un’analisi su caratteristiche di ognuno e obiettivi per il brand. Fondamentale.


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