La ricerca di Digital Coach indaga il settore del Digital Marketing in Italia nel 2017
Quali sono i canali più diffusi e quali quelli più redditizi nel mondo Digital italiano? Per rispondere a questa domanda Digital Coach ha realizzato una ricerca con un panel di 309 professionisti italiani del digitale: i risultati fotografano con estrema precisione il mercato del Digital Marketing italiano, confermando alcune tendenze, ma anche portando alla luce alcuni dati inaspettati.
Anzitutto, la maggior parte dei professionisti digital (63%) afferma di operare sia sui sui Social che nel Web Marketing, mentre solo il 10% si qualifica come Web Marketer “puro” (SEO, SEM, PPC) e il 26% come Social Media Marketer (SM Specialist, Community Manager, etc).
Quasi la metà degli intervistati dichiara inoltre di lavorare come Freelance (45%), mentre tra quelli che lavorano in aziende o agenzie il 60% ha affermato di operare all’interno di strutture con meno di 10 dipendenti e il 20% in aziende con meno di 50 dipendenti.
Insomma un mondo molto frammentato, fatto di piccolissime realtà e liberi professionisti, dove la maggior parte degli operatori non possiede una specializzazione verticale, ma piuttosto uno spettro di competenze più ampie.
Tra i fattori che gli intervistati ritengono decisivi, al primo posto troviamo la necessità di creare strategie più ampie e di lungo termine, al secondo la cultura digitale dei manager, che a quanto pare sembra non essere ancora sufficiente per comprendere a fondo le potenzialità della rete, e subito dopo la capacità di analisi (Analytics) e sperimentazione, che può essere intesa come capacità di innovare basandosi sull’analisi dei risultati.
L’utilizzo dell’ADV online
I canali più usati dai marketer italiani sono, senza alcuna sorpresa: Facebook Ads 82,52%, Adwords Keyword Adv 52,7% e Adwords Display 39,48%. Da notare che, anche unendo i due circuiti di Google, la percentuale supera di poco Facebook Ads, che si conferma come uno dei canali con la crescita più ampia in questo biennio, in linea con i dati di altre ricerche internazionali.
Anche per quanto riguarda il rendimento dei diversi canali, Facebook vince su Google (63,75%) come costo per conversione/vendita, Adwords è al secondo posto (35,92%), al terzo posto il Display con modalità Remarketing (22,65%).
Interessante vedere come, quando si parla di miglior costo per conversione, le risposte si differenzino: solo i web marketer “puri”, infatti, indicano Adwords come miglior strumento, mentre chi si occupa di Social Media e Digital più in generale dichiara di ottenere risultati migliori da Facebook Ads.
Senza nessuna sorpresa, Yahoo e Bing occupano solo il 6,47%, mentre strumenti più innovativi come RTB e Programmatic sono ancora utilizzati solo dalle grandi aziende (6,80%). Anche le altre piattaforme display sono poco utilizzate, ad eccezione di LinkedIn Ads, che cresce e conquisisce un 25%, soprattutto nel B2B.
Canali e strumenti non a pagamento
Secondo i marketer italiani, i canali non a pagamento più efficaci sono: SEO (25,57%), Social Media Marketing “organico” (21,68%) e Digital PR (19,42%).
Sorprende in questo caso il terzo posto delle Digital PR, ma anche il penultimo posto del Blog Aziendale (8,14%), che non sembra essere considerato uno strumento efficace.
Tendenze e focus per il 2017
Anche se, proseguendo con la ricerca, quando si chiede quali sono le tendenze più importanti in atto, dopo il Mobile e i Video, la terza scelta è stata il Content Marketing. Mentre la maggior crescita tra 2016 e 2017 si riscontra per la Marketing Automation, l’Inbound Marketing e i nuovi algoritmi di Google.
Per quanto riguarda le tendenze social, invece, le più rilevanti vengono indicate nell’utilizzo da Mobile, nel Real Time e Video sui social, vengono poi Facebook Ads e l’Influencer Marketing. Le meno rilevanti, invece, sono Google +, Twitter e il blog aziendale.
Tra le novità più interessanti, secondo i marketer intervistati, troviamo invece Facebook Live, Instagram Stories e i BOT per Messenger, mentre Google Posts, AMP e Facebook Instant Articles sembrano essere quelle meno interessanti.