Come far conoscere la propria associazione benefica? Oggi andremo a vedere come utilizzare i social media per no profit
Secondo le rilevazioni Instat, in Italia, sono presenti oltre 300.000 enti no profit che vedono impegnati quasi 5 milioni di volontari e, circa il 90% delle stesse, utilizza i social media per comunicare con una fetta di pubblico ben più ampia rispetto a quella che raggiungerebbero con i semplici media tradizionali.
Ovviamente, non tutti gli enti no profit hanno un raggio di azione su territorio nazionale, infatti esistono molte piccole realtà che operano su territorio locale e che hanno necessità di far conoscere le proprie attività ad un pubblico ristretto. Proprio per questo motivo, entrano in gioco i social media.
Il problema di base è che i canali social dei piccoli enti no profit non vengono quasi mai gestiti da professionisti del settore, bensì da chi ha semplicemente un po’ di maestria con internet e le nuove forme di comunicazione. Questo è deleterio per l’ente stesso, in quanto non è pubblicare qualcosa su Facebook a fare la differenza. Quello che cambia la percezione è possedere una strategia di comunicazione ed un piano per raggiungere fette di pubblico sempre più ampie, con il fine di creare una community non solo online, ma anche e soprattutto offline.
Social media per no profit: raccontarsi al pubblico
Come dicevamo poco sopra, lo scopo di comunicare online è quello di creare una community qualificata che possa partecipare attivamente alle attività organizzate offline dall’associazione. Per questo motivo, la prima cosa da fare è impostare una strategia multicanale che veda protagonista non solo Facebook, ma anche altri social dove è possibile scovare il vostro target.
È necessario affidare il compito a qualcuno che abbia delle reali conoscenze in campo comunicazione web perché, se così non fosse, il rischio di creare più danni che benefici sarebbe decisamente molto alto.
Un errore molto comune è quello di creare una semplice pagina Facebook, invitare tutti i propri amici a cliccare su like e iniziare a pubblicare dei post senza alcuna strategia. Nulla di più sbagliato!!! Prima di compiere qualunque azione, è necessario farsi qualche domanda relativamente al target di destinazione.
È importantissimo comprendere, prima di tutto, a quale pubblico ci si vuole rivolgere così da scegliere i canali social più adatti alla comunicazione e studiarne il linguaggio. Ad esempio, se mi rivolgo ad un pubblico di giovanissimi, si renderà necessario aprire un canale Snapchat oltre che il classico Facebook. Se la mission dell’ente conta una buona parte strutturata sul visual (es. associazione culturale che organizza corsi di pittura, fotografia e così via) potreste pensare di aprire anche un canale Instagram dove condividere creazioni, momenti della quotidianità dei volontari e, ancora, i retroscena. Non dimenticate di utilizzare le Stories con i geotag, così da farvi trovare più facilmente da coloro che abitano sullo stesso territorio di appartenenza.
Una volta definiti i canali social con i quali operare, non resta che decidere cosa raccontare. La prima cosa da fare è quella di compilare perfettamente le informazioni e iniziare il racconto da principio.
- Perché nasce l’ente no profit?
- Quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere?
- Cosa desiderate fare per il vostro pubblico?
Ad esempio, se siete un’associazione culturale che organizza iniziative per stimolare la comunità, raccontate perché fate tutto questo, studiate le diverse manifestazioni da organizzare con tutti loro attraverso sondaggi, quiz e gamification. In ultimo, ma non certo per importanza, condividete contenuti utili a tutta la comunità come articoli, tutorial e così via.
L’obiettivo è sì creare engagement online ma anche e soprattutto offline.
Un esempio di ottima comunicazione sui social media per no profit è dato da LAVonlus, ovvero la Lega Anti Vivisezione. La pagina Facebook utilizza, per alcuni versi, una comunicazione un po’ forte, volta a sensibilizzare la comunità nazionale verso il problema del maltrattamento agli animali. Nonostante in feed vengano proposti per lo più articoli e petizioni, la pagina ha un ottimo tasso di engagement perché viene utilizzato un Tone of Voice efficace e in linea con i valori e la mission del brand.
Non sottovalutate questo aspetto: il Tone of Voice è fondamentale per interagire con gli utenti della community.
Google Ad Grants: altri modi per promuovere un ente no profit
I social network non sono l’unica modalità per promuovere un ente no profit, bensì esiste un programma di Google chiamato Ad Grants. Si tratta semplicemente di un programma promosso da Big G per aiutare le organizzazioni senza scopo di lucro a farsi conoscere sul territorio, in cui vengono offerti 10.000 dollari al mese da investire in annunci pubblicitari.
Per partecipare è sufficiente iscriversi al partner TechSoup locale e fare richiesta di convalida come organizzazione no profit. Una volta ricevuto il token, è possibile iscriversi al programma e attendere che Google vagli la richiesta. Nel caso in cui essa venisse accettata, oltre alla possibilità di accedere ad un grosso budget da investire in ADV, potrete accedere al programma non profit di Youtube e alla G suite in versione gratuita.
Per leggere tutti i termini di partecipazione, vi lasciamo il link alla pagina ufficiale di Google per il no profit: criteri di idoneità.
L’ente no profit visto come brand
L’ente no profit, sui social media, è un vero e proprio brand. Se un marchio utilizza i social network per promuovere i propri prodotti, un’organizzazione dovrà essere altrettanto brava a comunicare i propri servizi per la comunità e a generare un coinvolgimento sempre maggiore sul territorio.
Proprio per questo motivo, la comunicazione non può essere improvvisata e lasciata fare al volontario più giovane che “smanetta” su Facebook per svago, bensì deve essere affidata ad un professionista che abbia delle solide basi in comunicazione.
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