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L’utilizzo di Instagram in una strategia basata sul visual storytelling

Il visual storytelling non è altro che l’arte di raccontare attraverso l’utilizzo delle immagini. Questa tecnica ha preso piede con l’avvento dei social network visuali come Instagram (ed in secondo luogo Pinterest).

Instagram offre la possibilità di condividere immagini, video, tips e tutorial, infatti spesso viene considerata come fonte di ispirazione per nuove idee. Basti cercare #inspo, che al momento in cui stiamo scrivendo, conta “soli” 7.1818.209 post pubblici. L’hashtag inspo può essere realmente di tutto: home, lifestyle, fashion, travel ed è una modalità per fornire consigli e ispirare gli utenti.

La condivisione di foto per stuzzicare la curiosità deve necessariamente contenere una buona parte di racconto, sia attraverso l’immagine stessa, che attraverso altri fattori che vi spiegheremo in questo post.

Le immagini al centro del racconto

Raccontare su Instagram significa condividere prima di tutto delle belle immagini. Non spaventatevi, non dovete certo essere fotografi professionisti o avere una Reflex ultimo modello per pubblicare i vostri racconti visuali, è sufficiente possedere uno smartphone e avere un po’ di occhio.

Su Instagram spopolano le emozioni.

Fare visual storytelling attraverso Instagram significa suscitare qualcosa all’interno dell’utente in primis attraverso le fotografie pubblicate. Se le immagini incuriosiscono l’utente ci sarà il passo successivo, ovvero quello di leggere approfonditamente la didascalia e cliccare sul link al sito web inserito in bio.

Quando si parla di visual storytelling applicato alle strategie di marketing per i brand è di fondamentale importanza saper miscelare sapientemente belle immagini ad un testo accattivante e profondamente narrativo, di modo da spingere l’utente alla cosiddetta conversione, ovvero la visita al sito web e ad un’azione su esso.

Visual storytelling e Instagram: come?

Utilizzare i filtri

Lato brand, come detto poche righe sopra, è importante condividere immagini che suscitino interesse nell’utente ed i filtri messi a disposizione da Instagram sono un valido aiuto. Il filtro Clarendon pare essere il più amato perché aumenta l’esposizione ed il contrasto, aiuta a rendere i toni delle immagini molto più caldi e aiuta a diffondere la luce in tutta l’immagine.

Via libera anche ai filtri più vintage che invecchiano l’immagine e aiutano a diffondere l’idea di storia e narrazione all’interno della mente dell’utente.

Il microblogging nella caption

Quando viene condivisa una bella immagine dalla quale l’utente si sente incuriosito, il passo successivo è quello di leggere la caption, ovvero la didascalia. All’interno di essa sarebbe opportuno applicare la tecnica del microblogging, più o meno come si fa su Twitter. Le caption troppo lunghe stufano l’utente, quindi bisogna essere bravi a riassumere in poche parole quello che rappresenta l’immagine pubblicata. In poche righe un brand dovrà avere il compito di coinvolgere l’utente e spingerlo al passo fondamentale del click al sito web.

Vietati assolutamente i semplici trenini di hashtag: bisogna sempre dare una spiegazione a ciò che rappresenta l’immagine.

Gli hashtag come mezzo di diffusione

Per veicolare corretamente un’immagine su Instagram sono gli hashtag a fare la differenza. Bisogna trovare quelli corretti per il tipo di target a cui si è interessati.

Su Instagram è molto presente il fenomeno di altalena dei follower.

Con altalena di follower intendiamo il classico follow/defollow non appena c’è una variazione all’interno dei temi proposti nella feed. Ad esempio un brand che si occupa di fashion, se dovesse decidere di pubblicare un paio di foto inerenti al mondo del travel, deve tener conto che può esserci una consistente perdita di utenti non appena si renderanno conto delle variazioni.

Per questo è importante creare un proprio stile e mantenerlo riconoscibile nel tempo.

La bio di Instagram

Ultima ma non certo in ordine di importanza è la bio. L’Instagram storytelling parte proprio da quei 150 caratteri messi a disposizione nell’header. La scelta del Tone of Voice è fondamentale, in quanto sarà soprattutto quello a fare la differenza: dovrà essere coinvolgente ed accattivante.

Altri trucchi per migliorare la bio e per chiarire bene agli utenti chi siete e cosa fate sono:

  • Utilizzo delle emoji come punto elenco;
  • Inserire l’hashtag ufficiale aziendale per spingere gli utenti alla produzione di UGC (User Generated Content);
  • Includere la Call to Action (tagga, clicca, iscriviti, e così via).

Visual Storytelling e Instagram: perché?

Perché Instagram ha raggiunto i 600 milioni di utenti unici giornalieri (fonte Instagram 15/12/2016) e gli ultimi 100 milioni si sono iscritti proprio negli ultimi 6 mesi del 2016. Instagram è in crescita esponenziale e grazie all’implementazione di funzionalità come i video 60 secondi, le stories, le dirette e gli album, si hanno maggiori possibilità di sperimentazione di nuove tecniche per il coinvolgimento dei follower.

Se siete alla ricerca di spunti sempre nuovi sul come fare storytelling, vi rimandiamo al nostro precedente post “I migliori blog di storytelling da seguire“. Se invece siete in zona Milano, Studio Samo ogni anno propone il Visual Storytelling Day: una full immersion tra immagini, video e social network.


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