Da quando Facebook è diventato sempre più importante per la strategia di comunicazione di tutte le aziende, da quelle locali alle multinazionali, la figura del Social Media Manager ha assunto un peso sempre maggiore.
Dovendo questa figura riuscire a dare rilevanza alle pagine delle aziende, all’interno di un contesto ultra-competitivo, in cui la visibilità non viene garantita dal nome o dalla storia del brand, ma deve essere di fatto conquistata quotidianamente, attraverso precise strategie di social media e content marketing.
L’Algoritmo di Facebook
In questo contesto, in cui nulla è certo, da tempo chi lavora nel “mondo Social” deve convivere con il severo giudizio dell’Algoritmo.
L’algoritmo di Facebook non è altro che lo strumento attraverso il quale il social network seleziona, dalle migliaia di combinazioni possibili, il ranking delle notizie che l’utente vede appena entra nel proprio account.
Come esattamente funzioni, ovviamente, non è spiegato dal social network, tuttavia, durante la recente conferenza F8, dedicata ai developer, Adam Mosseri, responsabile dello sviluppo del News Feed a Facebook, ha spiegato quanto più possibile la logica di funzionamento dell’algoritmo.
Mosseri ha spiegato l’algoritmo come un metodo naturale attraverso il quale si possono prendere delle decisioni basandosi sulla storia precedente e sui dati a disposizione, facendo quindi delle inferenze derivanti da questi.
Ma quali sono i dati importanti, secondo Facebook, attraverso i quali si possono fare queste inferenze?
Qui sopra troviamo gli “ingredienti” con cui Facebook costruisce il proprio algoritmo: rispetto a tutti i post degli amici o della pagine (Inventory) l’algoritmo verifica i Segnali (Signals) come per esempio chi ha postato che cosa, fa delle predizioni in base alla storia passata di altri post che sono stati commentati (Predictions) e attribuisce quindi ai singoli post un punteggio (Score).
Quindi per ogni singolo post l’algoritmo del news feed di Facebook analizza tutti i singoli dettagli: chi ha postato, cosa, quando, che tipo di contenuto e quanto engagement ha generato finora. Facebook quindi crea attraverso questi e altri parametri, un punteggio:
Questo punteggio si riferisce alla previsione dell’algoritmo su quanto egli “crede” che quel post possa piacere all’utente. Rispetto a quel punteggio i post vengono messi in ordine nel News Feed del singolo utente da quello più alto a quello più basso. Ogni singolo utente ha quindi un News Feed assolutamente personalizzato, perché deriva sostanzialmente dalla sua interazione con le altre persone sul social network e dalla sua interazione con i diversi tipi di post.
Benissimo, abbiamo visto come funziona l’algoritmo, ma ora che faccio?
Una volta che ci si rende conto che l’Algoritmo funziona per ogni persona in modo diverso, chi gestisce una Pagina Facebook deve innanzitutto porsi in un ottica il più possibile aggregata, andando quindi innanzitutto ad esaminare quali sono gli interessi più comuni dei fan legati alla Pagina che si gestisce, in modo da creare e postare contenuti che siano per la maggior parte di questi quanto più importanti ed interessanti possibili.
Gli Audience Insights possono essere un buon punto di partenza, in quanto vi possiamo trovare in linea generale gli interessi più comuni dei fan della pagina, per cui postare argomenti correlati a questi dovrebbe facilitare la possibilità di interazione.
Tuttavia conoscere “i gusti” del pubblico non è sufficiente, in quanto è importante soprattutto, completata l’analisi del “profilo tipo” dell’utente della pagina, iniziare a creare post e contenuti che possano rispondere a questi interessi, che possano quindi generare attenzione e, soprattutto, generare interazione.
Soprattutto si dovrà considerare la creazione di contenuti che promuovano interazione e “un investimento di tempo” da parte dell’utente. Più questo infatti si soffermerà su un nostro contenuto più Facebook riterrà che la pagina promuova contenuti interessanti.
Un esempio di tipologia di contenuto che può creare engagement e anche un qualificato investimento di tempo è per esempio il contenuto video.
Quello che emerge quindi è che l’unico modo per creare un effetto positivo per la propria pagina è di postare contenuti interessanti per la community, che generino interazione, che indichino chiaramente all’algoritmo di Facebook che sono post “di valore” e che sono interessanti per il pubblico a cui ci si rivolge.
Va quindi individuato il pubblico, la strategia, un calendario editoriale e una pianificazione giornaliera e settimanale dei contenuti postati che sia sostenibile nel tempo.
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