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Nuovo report Buzzsumo: condivisioni social in calo del 50% rispetto al 2015

È così: le condivisioni sui social network sono in calo e lo dimostra Buzzsumo nel suo Content Trends Report 2018. Le informazioni da gestire per l’utente sono davvero troppe e si sta arrivando un punto di rottura.

Mark Schaefer, autore di The Content Code (uno tra i migliori libri di content marketing), aveva previsto questo scenario già nel 2014, definendolo come Content Shock. L’incremento esponenziale delle informazioni presenti in rete sta svalutando il lavoro di content creation, per questo è necessario modificare il modus operandi. Gli utenti vivono una situazione di overload information, sono bombardati da contenuti e questo li porta ad avere una soglia d’attenzione sempre più bassa.

L’obiettivo di chi fa social e content marketing non è più quello di produrre contenuti a iosa. Come ha ribadito anche Valentina Vellucci durante il suo intervento ad Inbound Strategies 2018:

Fare content marketing non è come organizzare la sagra del paese.

Bisogna concepire e produrre i contenuti in maniera strategica, calcolando il reale valore degli stessi e il loro obiettivo principe. La produzione massiva di testi, video, grafiche ed infografiche sta diventando sempre meno tollerata dagli utenti, i quali si trovano spaesati nel marasma informativo, come documentato dalla ricerca di Buzzsumo. Per giungere a questa conclusione, l’azienda si è occupata di esaminare le statistiche di condivisione sui social di 100 milioni di post pubblicati nel 2017 e li ha confrontati con un campione molto simile del 2015.

Di seguito ti riassumeremo i punti più interessanti del Content Trends Report 2018.

Condivisioni social in calo del 50%

Come anticipato poco sopra, Buzzsumo ha preso come campione 100 milioni di post pubblicati nel 2015, mettendoli a confronto con post similari del 2017.

Nel 2015, la media di condivisioni giornaliere era pari ad 8 contenuti, scesa a 4 nell’anno appena trascorso. Questo significa che l’attuale situazione di saturazione social ha portato gli utenti a diminuire drasticamente le condivisioni, mettendo anche in difficoltà le aziende con una content e social strategy ferma ad un paio d’anni fa. Altri fattori che potrebbero aver contribuito a questo drastico calo di condivisioni social sono:

  • L’aumento dell’invio dei contenuti tramite app di messaggistica come WhatsApp, Messenger o Telegram;
  • La situazione di morte apparente vissuta dalla reach organica sui social network.

Una ricerca del 2016 ad opera di Business Insider ha dimostrato che le app di messaggistica istantanea hanno superato i social network e molti le utilizzano anche per condividere i contenuti privatamente.

condivisioni social dark

Altro fattore che può aver influito è il cambio di algoritmo di Facebook: i contenuti condivisi dalle Pagine in organica, ovvero senza investimenti in ADS, sono diventati quasi invisibili. Proprio perché Facebook predilige mostrare in feed i contenuti di profili privati o dei gruppi cui si partecipa, ciò che viene prodotto dai brand ha una visibilità molto limitata e gli utenti non possono condividerli perché non vedono i loro post.

Concorrenza crescente per l’engagement

La quantità dei contenuti pubblicati è aumentata in modo esponenziale e, allo stesso tempo, sono diminute le azioni da parte degli utenti.

Lo so che sembra strano e che nella logica comune con l’aumento dei contenuti dovrebbero aumentare anche le condivisioni. In realtà non può assolutamente essere così: esiste sempre un numero finito di condivisioni per ogni argomento e se il numero di articoli disponibili per un determinato settore aumenta, crollerà automaticamente il numero di condivisioni.

Di seguito un esempio preso proprio dal report di Buzzsumo:

Condivisioni social aumento contenuti

Il grafico mostra il numero di articoli presenti in rete dedicati al Machine Learning e l’andamento delle condivisioni su Twitter. Dati che certamente possono aiutarci a riflettere sull’andamento della nostra content e social strategy, non trovi?

Vincono i contenuti di qualità ed informativi

Esistono alcuni contenuti che non sembrano sentire il calo delle condivisioni social e della tendenza a ricevere backlink: i cosiddetti sempreverdi. Alcuni contenuti infatti continuano ad attirare un ampio pubblico anche dopo diverso tempo rispetto alla data di pubblicazione. Insomma, mentre la maggior parte dei contenuti riceve condivisioni e backlink subito dopo la pubblicazione, alcuni articoli di alta qualità ed evergreen riescono a macinare molto bene senza risentire del tempo trascorso.

Buzzsumo ha classificato, secondo la sua esperienza, gli articoli su cui puntare in una content strategy duratura nel tempo:

  • Contenuti basati su ricerche e report;
  • Pillar o cornerstone content in continuo aggiornamento;
  • Argomenti di alto interesse tra gli utenti;
  • Contenuti informativi e tutorial.

Puntare su questa tipologia di contenuti web, anziché sulla pubblicazione di decine di articoletti alla settimana, ti permetterà di ottenere risultati sia nel breve, sia nel medio-lungo periodo, guadagnando condivisioni, traffico e backlink di qualità anche dopo molto tempo rispetto alla pubblicazione.

Altri trend emersi dal report Buzzsumo

Il report Buzzsumo dedicato all’andamento dei contenuti sul web e sui social network ha evidenziato altri importanti aspetti, oltre a quelli indicati nei precedenti paragrafi:

  • Il clickbait non funziona più, soprattutto su Facebook;
  • Aumentano le condivisioni LinkedIn;
  • Google viene utilizzato soprattutto per cercare longtail keywords;
  • Gli utenti scoprono i contenuti nei modi più disparati, non c’è più un modo standard per tutti.

Tutto questo ci insegna che dobbiamo modificare il modo di concepire il content marketing: meno produzione e più strategia. In questo modo sarà possibile ottenere risultati durevoli nel tempo, tenendo ben in considerazione il cambiamento delle abitudini degli utenti sul web.


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Titolo Articolo
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Descrizione
Il Content Trends Report 2018 a cura di Buzzsumo mostra un drastico calo delle condivisioni social di contenuti prodotti dai brand. Questo significa che siamo arrivati ad un livello di saturazione e che il materiale disponibile in rete su un determinato argomento, è aumentato esponenzialmente, tanto che gli utenti non riescono più ad esprimere apprezzamento.
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Leevia
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